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giovedì, 18 Settembre, 2025

Digitali e attente alle persone: identikit delle aziende resilienti

“Fit for the future”, così sono definite le aziende che abbracciano il cambiamento, sono aperte alle nuove tecnologie e si adattano, reagendo in modo sempre competitivo e performante, ai nuovi mercati e alle sfide del futuro. Secondo uno studio di Vodafone Business (la divisione di Vodafone Italia che accompagna le imprese e la Pubblica amministrazione […]
17 Gennaio 2022
Di: Eleonora Biscola
17 Gennaio 2022
Azienda
“Fit for the future”, così sono definite le aziende che abbracciano il cambiamento, sono aperte alle nuove tecnologie e si adattano, reagendo in modo sempre competitivo e performante, ai nuovi mercati e alle sfide del futuro. Secondo uno studio di Vodafone Business (la divisione di Vodafone Italia che accompagna le imprese e la Pubblica amministrazione verso la trasformazione digitale attraverso lo sviluppo di soluzioni e piattaforme conformi alle specifiche esigenze di business), in Italia, queste aziende all’avanguardia – soprattutto per la sostenibilità e l’attenzione ai dipendenti – sono poco più di una su cinque, ma nove su 10  hanno un piano di digitalizzazione in atto. Negli altri Paesi del mondo analizzati la situazione non è molto diversa.   L’azienda ha fatto un’indagine, insieme con la London School of Economics, su 2.500 aziende di diverseL dimensioni distribuite in 11 Paesi del mondo: Portogallo, Spagna, Regno Unito, Sud Africa, Stati Uniti, Cina, India, Germania, Italia, Paesi Bassi e Irlanda. Lo studio si è posto l’obiettivo di individuare le caratteristiche necessarie alle imprese per affrontare le sfide del futuro. Le imprese abili nella gestione delle sfide di business, ma anche in quelle tecnologiche e sociali, sono state definite “fit for the future” e i dati indicano che, tra tutti i Paesi esaminati, appartengono a questa definizione il 21% delle micro imprese (tra i due e i nove dipendenti), il 25% delle aziende con meno di 50 dipendenti, il 24% delle medie imprese (fino a 250 dipendenti) e il 21% di quelle grandi (con più di 250 dipendenti).   Le aziende “a prova di futuro” hanno dichiarato per la maggioranza (il 94% del totale, per l’esattezza) di non temere rischi, ostacoli e imprevisti, forse anche perché  ̶̶  di queste  ̶  otto su 10 si sono dette soddisfatte di come hanno risposto alle difficoltà scaturite dall’emergenza pandemica. Lo studio rassicura sul tema delle crisi: pare che la stessa capacità di reagire agli ostacoli e agli imprevisti sia occasione di crescita per le imprese; questi dati sembrano dire che un approccio di chiusura e di reticenza rispetto alle innovazioni e ai cambiamenti è controproducente per il benessere delle aziende e, di conseguenza, per la loro produttività e competitività sul mercato.  

Tecnologia, sostenibilità e attenzione al personale favoriscono il progresso  

Dall’indagine risultano essere altri tre gli ingredienti che permettono a queste aziende di essere riconosciute come all’avanguardia: il fatto che accolgano la trasformazione digitale, l’attenzione alla sostenibilità e la cura dei dipendenti. Il 90% delle imprese “fit for the future” manifesta grande fiducia verso le nuove tecnologie e si adatta alla trasformazione digitale grazie a percorsi di formazione. Quattro su 10 tra queste imprese ritengono che la sostenibilità sia “assolutamente necessaria”: infatti la maggioranza delle aziende “fit for the future” si è posta l’obiettivo di aumentare la spesa, nel futuro prossimo, per Environmental, social and corporate governance (ESG) e Corporate Social Responsibility (CSR). Infine, la cura dei dipendenti è l’ultimo ingrediente, ma anche quello di più difficile gestione. Il 50% del personale aziendale, secondo lo studio, richiede maggiore flessibilità, libertà e autonomia sia dal punto di vista delle ore di lavoro, sia del luogo, ma lavorare sulla trasformazione delle relazioni tra colleghi, sul coinvolgimento emotivo e sulla motivazione dei lavoratori non è cosa facile; come in tutto ciò che riguarda la sfera delle relazioni sociali e della cultura (in questo caso aziendale), i cambiamenti sono più lenti e richiedono grande lavoro. Le realtà aziendali “fit for the future”, però, hanno ben chiaro che anche questo aspetto è una priorità in vista del progresso e mettono in atto diverse misure (corsi di formazione, per esempio) perché avvenga, in tal senso, un miglioramento.  Sebbene solo il 20% delle aziende nel nostro Paese siano definite “fit for the future”, nove su 10 di queste imprese si sono dichiarate pronte ad affrontare rischi e imprevisti, anche grazie al fatto che, da quando è scoppiata la pandemia, hanno messo in atto piani di digitalizzazione e hanno accolto in modo positivo e costruttivo la trasformazione tecnologica. Questa è letta dalle aziende in questione come un’occasione per avere maggiore sicurezza e un’opportunità per strutturare meglio il lavoro agile. Infine, anche in Italia, l’ingrediente della sostenibilità è caratterizzante tutte le imprese definite “fit for the future”; infatti, il 39% di queste ha incrementato le spese ESG e CSR, in linea con quanto avviene all’estero. Guardando sempre di più al futuro e incrementando l’impegno per il progresso aziendale – e di conseguenza economico – l’Italia potrà certamente confermare di essere “il Paese dell’anno”, come l’ha definita il magazine britannico The Economist alla conclusione del 2021. 
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