Addio ad Alberto Bertone, l’uomo dell’Acqua Sant’Anna
È morto nella notte di martedì 11 novembre 2025, a causa di una malattia contro la quale lottava da mesi, Alberto Bertone, Amministratore Delegato di Acqua Sant’Anna: l’imprenditore aveva 59 anni (classe 1966) ed era nato a Moncalieri; si era laureato in Scienze Politiche con indirizzo economico e aveva conseguito un Master MBA in Pianificazione del mercato immobiliare presso il Politecnico di Torino. Ha legato il suo nome alle Fonti di Vinadio Spa, proprietaria del marchio Sant’Anna: aveva infatti fondato l’azienda nel 1996 dopo aver collaborato a lungo con il padre Giuseppe nella gestione delle attività di famiglia.
In passato Bertone era stato intervistato dalla rivista Sistemi&Impresa, il magazine dedicato alle tecnologie a impatto organizzativo della media company ESTE, editore anche del nostro quotidiano. Riproponiamo alcuni estratti (rivisti) dell’intervista dal titolo “Acqua Sant’Anna, leader di mercato grazie a percorsi diversi e innovativi”, realizzata da Luca Bastia.
Dalle scelte azzardate al successo aziendale
Una storia particolare quella di acqua Sant’Anna. La società è nata nel 1996 e si è inserita in un mercato presidiato da numerose imprese nazionali e multinazionali con marchi già ampiamente consolidati: tuttavia, in pochi anni, Fonti di Vinadio diventa leader nazionale del settore delle acque minerali, grazie a una costante ricerca di innovazione e alla capacità imprenditoriale dei suoi fondatori, la famiglia Bertone. Famiglia che dagli Anni 50 opera nel settore dell’edilizia.
Anche questo è un elemento che rende particolare la storia dell’azienda perché una delle chiavi del successo, come sottolineava provocatoriamente Bertone, risiede proprio nella scarsa conoscenza del settore acque minerali: “L’essere ‘ignoranti’, il non avere dei pregressi in questo ambito è stata una fortuna perché ci ha dato la possibilità di percorrere nuove strade, di costruire uno stabilimento diverso da come lo avevano gli altri operatori del settore”.
Giuseppe Bertone (scomparso nel 2008) è l’imprenditore edile cui si affiancano negli Anni 90 i figli Fabrizio e Alberto. Nel 1995 Giuseppe viene a conoscenza della qualità superiore dell’acqua che sgorga nelle valli che sovrastano Vinadio nelle Alpi Marittime, in provincia di Cuneo, e decide di intraprendere questa nuova avventura.
Alberto, che aveva ereditato dal padre l’intraprendenza e il gusto per le sfide impossibili, lo convince ad affidargli lo sviluppo del nuovo progetto e dal 1996, anno in cui nasce Fonti di Vinadio, si dedica anima e corpo alla realizzazione di un obiettivo ambizioso: portare quest’acqua sulla tavola di tutti gli italiani. L’obiettivo è stato raggiunto, anzi superato, perché se nei primi anni di attività Fonti di Vinadio vendeva tante bottiglie quanti sono gli italiani, successivamente è arrivata a vendere in un anno tante bottiglie quanti sono gli abitanti d’Europa.
“L’ignoranza per noi è stata una fortuna”, diceva Bertone. “È tutta la vita che predico l’ignoranza, perché ci consente di continuare a provare nuove strade che altri, che conoscono la materia, non tentano; sperimentando cose innovative ‘ritenute impossibili’, nel caso si ottenga il risultato cercato si fa la differenza”.
Seguendo questa filosofia, l’azienda è stata tra le prime ad abbassare il collo della bottiglia, togliendo tanti grammi nella confezione, un piccolo risparmio economico che, moltiplicato per un numero elevato di bottiglie, porta a un vantaggio finanziario notevole in un anno. È stata la prima anche a usare il laser e non l’inchiostro per codificare le bottiglie e ora è uno standard utilizzato da tutti. Non solo: è stata tra le prime a utilizzare le bottiglie a sezione quadrata e così nello stesso spazio era possibile a caricare molte di più (25%) abbassando i costi di trasporto. La sua lungimiranza è una grande perdita per tutto il sistema economico italiano.
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