Dobbiamo rassegnarci a vivere nell’inflazione?

Le aziende, invece, sono alla ricerca di soluzioni per produrre a costi meno elevati per non perdere le quote di mercato, dato che si aspettano che l’inflazione resti ai livelli record almeno per un altro anno, secondo un’indagine condotta a fine 2022 dalla Banca d’Italia tra le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti. Occorre quindi scongiurare il rischio di un ulteriore crollo dei consumi e dei conseguenti effetti recessivi derivanti dalla spinta inflattiva che i listini industriali ancora in forte incremento fanno presagire.
In questo scenario, comunque, alcune imprese italiane, da Nord a Sud, per aiutare i dipendenti hanno deciso di elargire bonus speciali, mensilità in più o premi in busta paga contro il caro vita. Oppure sono riuscite a non aumentare i prezzi del prodotto finale. Resta da chiedersi come le aziende e l’economia possano continuare a crescere, se questa situazione durerà a lungo. Secondo le previsioni della Commissione europea, infatti, è molto probabile che in Italia nel 2023 la spesa per i consumi ristagni, per poi riprendere a crescere nel 2024. È infatti prevista una crescita dello 0,3% nel 2023 e dell’1,1% nel 2024. Il tasso di inflazione dovrebbe salire a 8,7% quest’anno e scendere al 2,3% entro il 2024.

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