Un reparto HR agile per affrontare i cambiamenti

Da ormai diversi anni si parla di lavoro agile. Ma l’agile è più una filosofia, un modo di operare e vivere l’azienda che abbraccia tutte le funzioni aziendali, non solo quelle che ruotano attorno alla sfera digitale. Nel mondo complesso e imprevedibile in cui viviamo, infatti, è necessario implementare nuovi strumenti, ma soprattutto studiare e attivare approcci alla realtà orientati alla sperimentazione e all’errore, più che alla pianificazione e al controllo.

Così, lavorare in ottica agile offre la possibilità di essere innovatori, produttivi e di reagire rapidamente ai cambiamenti. Ma soprattutto di mettere al centro il valore degli utenti finali e orientare le persone nella giusta direzione. Ecco dunque che l’agile si trasforma in un mindset che parte dalla persona e deve però arrivare a coinvolgere l’intera organizzazione. E per farlo è necessario che venga intrapreso, in primis, dall’HR. Così Alessandro Raguseo, CEO di Reverse, ha spiegato quali sono i cinque presupposti per introdurre e far crescere il progetto di agile HR all’interno delle aziende.

Accettare il cambiamento: un cambio di cultura

La trasformazione è partita. Inutile negarlo o tentare di rimanere ancorati al passato. Implementare una metodologia agile significa per prima cosa accettare il cambiamento, prendendo consapevolezza che il mondo è davvero in continua evoluzione. Bisogna pertanto avere flessibilità e disponibilità, “due doti fondamentali per sviluppare la capacità di adattarsi facilmente ai nuovi contesti”, osserva Raguseo.

Serve dunque un cambio di cultura che presuppone la semplificazione (snellimento e accelerazione) dei processi di lavoro, affiancato all’implementazione dei giusti strumenti tecnologici. “Per semplificare il cambio di mindset è possibile prendere spunto dalla metodologia OKR”, che individua quattro step: cultura del feedback, cambiamento nei ritmi lavorativi, apertura alla collaborazione e trasparenza.

Ritmi stringenti

Come anticipato, “la metodologia agile si basa sulla sperimentazione, che non è possibile se non si coltiva una cultura del feedback”, prosegue il CEO. In questo contesto va abbandonato il concetto ‘burocratico’ del feedback che si deve trasformare in monitoraggio continuo, un riscontro frequente e periodico per permettere di tracciare eventuali cambiamenti significativi e il conseguente impatto sul business. “E compito dell’HR è accompagnare questo cambiamento attraverso momenti di scambio periodico”.

Non è solo il feedback a dover essere continuo, bensì anche check e replanning. Per questo il secondo principio guida per adottare una modalità agile efficace è ripensare i ritmi di lavoro. I cambiamenti viaggiano molto velocemente e pianificazioni e controlli trimestrali, semestrali o addirittura annuali non permettono un monitoraggio reale della situazione. “È necessario effettuare queste attività almeno una volta al mese, soprattutto per il reparto HR che vede il rapido evolversi di temi quali performance, career development e formazione”, commenta Raguseo. Sicuramente è un grosso cambiamento e potrebbe spaventare l’idea di mantenerne il passo, “ma i risultati hanno un impatto radicale sull’organizzazione e sulle persone al suo interno”.

Apertura e trasparenza

Da sempre le Risorse Umane si ritrovano incastrate in uno spazio limitato, distanti dall’essere coinvolte nei vari processi aziendali. “La metodologia agile spinge gli HR ad aprirsi agli altri reparti”, spiega Raguseo, “in questo modo non si limiteranno a risolvere i bisogni immediati, ma acquisiranno un ruolo strategico e centrale, per essere parte fondamentale della trasformazione agile”. Questo nuovo ruolo spinge l’HR e tutti gli altri reparti a collaborare più attivamente per raggiungere l’obiettivo finale e migliorare i processi in cui tutti sono coinvolti.

Infine, come abbiamo anticipato è importante raggiungere un alto livello di trasparenza. Gli strumenti moderni garantiscono un prezioso risparmio di tempo, “grazie allo snellimento delle operazioni e dei lunghi processi che non portano alcun valore aggiunto al nostro lavoro e tantomeno al cliente”. Oltre a ciò la tecnologia rende più facile lo scambio di informazioni e, di conseguenza, la cooperazione tra i team all’interno dell’azienda. “Per poter portare però un reale vantaggio, le informazioni devono essere alla portata di tutti, così come gli obiettivi e i progressi dei singoli team”. Incrementare la trasparenza, infatti, facilita il flusso di informazioni e riduce il rischio di non fare bene il proprio lavoro.

Seguendo questi consigli l’introduzione di una trasformazione agile di successo diverrà semplice e, grazie al contributo delle Risorse Umane, coinvolgerà l’intera organizzazione.

HR, Reverse, agile, trasformazione agile, Alessandro Raguseo


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Francesca Albergo

Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione – percorso del teatro e dello spettacolo – Francesca Albergo ha successivamente conseguito un master in Professioni e Prodotti per l’Editoria. Dopo un’esperienza di cinque anni nelle Risorse Umane – durante i quali non ha mai abbandonato lettura e stesura di testi – la passione per le parole, la scrittura e (soprattutto) la grammatica l’ha portata a riprendere la sua strada, imparando a ‘vivere per lavorare’, come le consigliò un professore al liceo. Amante della carta e del ‘profumo dei libri’ si è adattata alla frontiera digital dell’Editoria, sviluppando anche competenze nella gestione di CMS. Attualmente collabora in qualità di editor e redattrice con case editrici e portali web. Nella sua borsa non mancano mai un buon libro, una penna (rigorosamente rossa) e un blocco per gli appunti, perché quando un’idea arriva bisogna esser pronti ad accoglierla.

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