I benefit per i genitori che agevolano tutti
Nelle tech company americane i dipendenti senza figli si sarebbero lamentati delle misure a favore dei colleghi. Il conto alla rovescia è iniziato. Tra incertezze e nuove regole, a metà settembre è previsto l’inizio dell’anno scolastico 2021-21: un’apertura che fa tirare un sospiro di sollievo alle migliaia di genitori che negli ultimi mesi si sono […]

Nelle tech company americane i dipendenti senza figli si sarebbero lamentati delle misure a favore dei colleghi.
Il conto alla rovescia è iniziato. Tra incertezze e nuove regole, a metà settembre è previsto l’inizio dell’anno scolastico 2021-21: un’apertura che fa tirare un sospiro di sollievo alle migliaia di genitori che negli ultimi mesi si sono divisi a fatica tra Home working e Home schooling. Dal lockdown in avanti, nel tentativo di aiutare le proprie persone, molte imprese hanno adottato soluzioni su misura per i dipendenti con figli, concedendo congedi e permessi extra a chi doveva barcamenarsi tra lavoro e famiglia.
Non tutti, però, ne sono stati contenti. Secondo quanto rivelato dal New York Times, i dipendenti di Facebook si sarebbero ripetutamente lamentati, durante un meeting interno, del fatto che le misure adottate per far fronte all’emergenza coronavirus sarebbero andate in primis a beneficio dei soli genitori.
Il tema sarebbe stato oggetto in una seria discussione anche in casa Twitter: sulla piattaforma virtuale utilizzata per comunicare all’interno dell’azienda un dipendente senza figli avrebbe accusato un collega in congedo parentale di non fare la sua parte. E anche Salesforce, che ha concesso ai propri dipendenti con figli sei settimane di congedo extra pagate, avrebbe raccolto le lamentele di un paio di impiegati convinti che l’azienda stia mettendo le esigenze dei genitori prima di quelle di tutti gli altri.
Le divisioni sono aumentate nel tempo: chi non ha figli si sente poco apprezzato e lamenta un carico di lavoro maggiore; chi ha figli è frustrato dalla mancanza di comprensione dei colleghi. Il problema è più evidente nelle aziende tecnologiche, popolate da dipendenti giovani e note per offrire un buon numero di benefit al personale.
Secondo Erin Kelly, Professoressa alla School of Business del Massachusetts Institute of Technology, la tensione tra colleghi con e senza figli sarebbe il risultato dell’incapacità delle aziende di spiegare ai propri dipendenti perché i benefit concessi ai genitori possono andare a vantaggio dell’intera forza lavoro. Non aiutare le persone con figli, mettendoli nella condizione di non poter fare il proprio lavoro, avrebbe soltanto il risultato di aumentare ancora di più il carico di attività su tutti gli altri.
Fonte: New York Times

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