Ora al manager tocca pure fare da psicologo
I manager influenzano la salute mentale dei dipendenti più di medici o terapisti, hanno lo stesso impatto di un coniuge o partner. Lo hanno affermato gli intervistati a un sondaggio condotto nell’autunno 2022 da Ukg, multinazionale americana che fornisce servizi di gestione delle risorse umane. Il sondaggio ha anche rilevato che lo stress non rimane […]

I manager influenzano la salute mentale dei dipendenti più di medici o terapisti, hanno lo stesso impatto di un coniuge o partner. Lo hanno affermato gli intervistati a un sondaggio condotto nell’autunno 2022 da Ukg, multinazionale americana che fornisce servizi di gestione delle risorse umane.
Il sondaggio ha anche rilevato che lo stress non rimane al lavoro, ma influisce negativamente sulla vita domestica, sul benessere e sulle relazioni. I lavoratori riconoscono la tensione e affermano che sarebbero disposti a fare sacrifici per migliorare la loro situazione. Quattro su cinque preferirebbero il benessere psicologico rispetto a un lavoro ben pagato e due terzi affermano che accetterebbero una riduzione dello stipendio per un lavoro che non comprometta la loro salute mentale.
Anche chi ricopre ruoli di leadership non è immune da questi problemi: il 40% dei dirigenti e C-suite ha dichiarato di soffrire di forte stress legato al lavoro, con i leader più giovani che dichiarano di essere poco entusiasti.
Del resto l’ultimo Rapporto mondiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla salute mentale, pubblicato nel giugno 2022, ha mostrato che, il 15% degli adulti in età lavorativa presenta un disturbo. Il lavoro amplifica questioni sociali più generali che influiscono negativamente sul benessere psicologico, tra cui la discriminazione e la disuguaglianza. Il bullismo e la violenza psicologica (nota anche come mobbing) sono le principali cause. Tuttavia discutere della salute mentale negli ambienti di lavoro o rivelare di avere problemi di questo tipo rimane un tabù in tutto il mondo.
Il benessere dei lavoratori è un tema di leadership
Il detto comune secondo cui i lavoratori non lasciano un lavoro, lasciano un manager, trova conferma nei dati UKG. Ma i cattivi manager sono più di un semplice fastidio, secondo questa ricerca: hanno un grave impatto sul benessere dei lavoratori. Cosa rende un cattivo manager? Gli intervistati e gli esperti hanno citato la microgestione, l’ingiustizia, lo scarso ascolto, la disorganizzazione, un approccio impersonale, la mancata richiesta di feedback… Viceversa, i manager più apprezzati sono quelli controllano lo stato emotivo dei loro subalterni diretti, sono educati e pronti ad aiutare, tengono traccia degli obiettivi del team e offrono feedback costruttivi, affermano gli esperti. Queste abilità non sono sempre naturali per coloro che ricoprono posizioni dirigenziali. Per aiutare i manager a svolgere il proprio lavoro in modo più efficace e ridurre la frustrazione dei dipendenti, i ricercatori hanno ripetutamente sottolineato l’importanza della formazione. In particolare, i manager possono eccellere quando dispongono degli strumenti giusti. “Parliamo molto di salute mentale in termini di diagnosi medica o burnout. Sebbene si tratti di problemi seri, i fattori di stress quotidiani con cui conviviamo, in particolare quelli causati dal lavoro, sono ciò di cui dovremmo parlare di più come leader”, ha affermato Pat Wadors, Chief People Officer di UKG. “La vita non è tutta rose e fiori, una leadership autentica e vulnerabile, aperta a parlare e riconoscere i problemi, è la chiave per creare appartenenza al lavoro e, a sua volta, risolvere la crisi”. Mentre migliorare le relazioni con i colleghi può essere la chiave per una migliore salute mentale dei dipendenti, le organizzazioni possono anche considerare metodi diversi per alleviare lo stress dei lavoratori, tra cui la modifica delle modalità di lavoro per consentire una maggiore flessibilità e l’investimento in soluzioni per il benessere.Categoria: Risorse Umane, Dall’estero

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