Skip to main content

sabato, 15 Novembre, 2025

Sviluppo economico

L’ultimo flop di Transizione 5.0

Il piano Transizione 5.0 è partito male ed è finito… peggio. Dopo lo scossone che sottolineava l’imminente chiusura del piano per esaurimento fondi (o per flop organizzativo e di gestione della procedura?) e le conseguenti polemiche delle associazioni di categoria e dei rappresentanti delle aziende dopo una così ferale notizia, di recente è intervenuto il […]
13 Novembre 2025
Di: Stefano Belviolandi
13 Novembre 2025
Adolfo Urso

Il piano Transizione 5.0 è partito male ed è finito… peggio. Dopo lo scossone che sottolineava l’imminente chiusura del piano per esaurimento fondi (o per flop organizzativo e di gestione della procedura?) e le conseguenti polemiche delle associazioni di categoria e dei rappresentanti delle aziende dopo una così ferale notizia, di recente è intervenuto il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) che ci ha messo ‘una pezza’. Ma procediamo con ordine.

Dall’annuncio di inizio 2024 e quelli successivi, viene proprio da pensare che questo progetto – nobilissimo negli intenti, alimentato dai fondi dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e finanziato tramite il programma europeo NextGenerationEU per rispondere alle esigenze delle imprese per iniziare un approccio al digitale e alla transizione green – in realtà sia partito con il piede sbagliato.

Nel 2024 abbiamo assistito al balletto continuo tra segnalazioni di normativa complicata, circolare di oltre 100 pagine arrivata in pieno agosto e, dopo un continuo sollecito agli organi governativi preposti che mai scucivano novità, è arrivata la parvenza di una proroga mai confermata, ma sempre nell’aria; infine, ci sono state le periodiche semplificazioni (mai sufficienti) messe in campo dal Mimit durante l’autunno e l’inverno 2024.

Intanto i mesi passavano, lasciando sempre più disorientate e in difficoltà le imprese interessate: per le aziende non ci fu che sospendere ogni possibile approccio alla richiesta di questi fondi, con le realtà produttive tenute al cappio da un sistema burocratico estremamente complicato. Da quel momento: meno accesso ai fondi e, per conseguenza, casse piene di denaro mai erogato alle imprese stesse.

Un disastro annunciato

Un flop, verrebbe da dire, che si è concretizzato sempre di recente con la doccia fredda della chiusura anticipata del Piano 5.0, lasciando l’amaro in bocca a tutti coloro che speravano in un approccio semplificato, come fu per Industria 4.0 (nel frattempo diventata Transizione 4.0). E, ironia della sorte, quest’ultimo ha invece continuato a dare i suoi frutti.

Ma anche sul fronte 4.0 c’è stato un altro colpo di scena che ha regalato sorrisi amari ai numerosi imprenditori che avevano riposto speranze proprio su questa iniziativa. È dell’11 novembre 2025, l’ennesima comunicazione ministeriale che annuncia la fine dei fondi per Transizione 4.0. Ma dove sta la beffa? Tutta ‘colpa’ del piano Transizione 5.0 che, a detta di fonti ministeriali, ha subito di recente una profonda accelerazione portando con sé anche la super richiesta degli incentivi 4.0 che, malauguratamente, sono terminati in breve tempo.

Tuttavia, vi è di più. Il Mimit ha voluto cucire l’ennesima pezza sopra questa vicenda e ha lasciato in sospeso l’eventualità che i fondi rispuntino. Infatti, è stato scritto in una nota: “Le imprese possono continuare a inviare comunicazioni di prenotazione. Nel caso di nuova disponibilità di risorse, il Gestore dei servizi energetici – Gse spa ne darà comunicazione alle imprese secondo l’ordine cronologico di trasmissione delle domande”. Come a dire: care aziende, provateci ma – è questo il lecito dubbio – non è detto che ci saranno i fondi.

A caccia di fondi

La svolta, però, è arrivata nella settimana del 10 novembre 2025: il Mimit ha diramato una nota che ha tutta l’aria di voler calmare gli animi. Il ministero ha spiegato: “Nel fine settimana e nella giornata di ieri, risultano caricati sulla piattaforma Gse ulteriori 742 progetti, per un valore complessivo di 231.084.152,50 euro. Tali progetti si aggiungono ai 12.461 già conteggiati al 7 novembre, prima dell’annuncio dell’esaurimento delle risorse, per un ammontare complessivo di circa 2,9 miliardi di euro. Per questi nuovi progetti, come già precisato dal Mimit nel comunicato stampa del 7 novembre, il Governo sta operando per reperire le risorse aggiuntive necessarie al soddisfacimento delle domande. La presentazione dei progetti proseguirà fino al 31 dicembre e le richieste saranno valutate secondo l’ordine cronologico di presentazione”.

Verrebbe da tirare un sospiro di sollievo, ma alla luce degli eventi è lecita un po’ di diffidenza e la tendenza a non credere fino in fondo al futuro (incerto) del programma e a immaginare come potrebbe finire: “Dal 1 gennaio 2026 sarà invece operativo il nuovo Piano Transizione 5.0, in piena continuità operativa con l’attuale misura”. Ecco appunto, speriamo che la “continuità” non sia solo burocratica…

Categoria:
giorgio armani
È morto oggi, a 91 anni, Giorgio Armani, figura di riferimento nel mondo dell’alta moda e padre dell’omonima maison, fondata esattamente 50…
Giuseppe_Turani
È stato Vicepresidente e Direttore Editoriale della casa editrice ESTE (l’editore anche del nostro quotidiano). E ora è stato inserito nel…
Este +
Oltre 60 anni di esperienza nella produzione di contenuti di cultura d’impresa al servizio di imprenditori e manager. Dalla fine degli Anni…
App ESTE
In pochi mesi dal lancio di aprile 2023, l’App ESTE ha già raggiunto numeri notevoli: 41mila schermate visualizzate, circa 700 download e 2mila…

46.000 persone

ricevono la Newsletter di Parole di Management