Reshoring, tassazione dimezzata per chi produce in Italia
Il reshoring conviene. Il Decreto internalizzazione, contenuto nella Delega per la riforma fiscale, ha aperto un importante orizzonte per le aziende: le attività d’impresa o di lavoro autonomo esercitato in forma associata, precedentemente svolte all’esterno dell’Unione europea (Ue) o dello Spazio economico europeo (See), godranno di uno sgravio fiscale del 50% se portate in Italia. […]

Il reshoring conviene. Il Decreto internalizzazione, contenuto nella Delega per la riforma fiscale, ha aperto un importante orizzonte per le aziende: le attività d’impresa o di lavoro autonomo esercitato in forma associata, precedentemente svolte all’esterno dell’Unione europea (Ue) o dello Spazio economico europeo (See), godranno di uno sgravio fiscale del 50% se portate in Italia. Il dimezzamento della tassazione del reddito e del valore della produzione netta saranno validi per il periodo d’imposta in corso al momento del trasferimento in Italia e per i cinque anni successivi.
L’intento del Governo appare quindi chiaro: non solo favorire il ritorno di aziende italiane che negli anni passati hanno esternalizzato le loro sedi produttive, ma anche aumentare l’attrattività fiscale del Paese per tutte le imprese. Le aziende extra Ue e See, infatti, potranno godere dei benefici legati al decreto anche se non hanno mai avuto sede sul territorio italiano. Un ulteriore elemento da segnalare è la possibilità di accedere agli sgravi in seguito al trasferimento di una singola ‘sezione’ produttiva, per esempio uno specifico plant, il che rappresenta un fondamentale aspetto di attrattività delle multinazionali.
La sempre maggiore instabilità del contesto geopolitico ed economico globale degli ultimi anni ha, di fatto, contribuito con forza al consolidamento del reshoring come fenomeno di tutela delle attività d’impresa. Oggi, questa dinamica, ha assunto nuovi significati e narrazioni, tra i quali quello del ‘ritorno del Made in Italy’. La rinata attenzione verso la maestria e la qualità del prodotto italiano come elemento di competitività industriale del Paese si nutre anche del ritorno di eccellenze d’impresa che, nei decenni passati, hanno optato per il trasferimento delle proprie attività produttive in Paesi dove i costi sono minori, lamentando di frequente gli insufficienti incentivi da parte delle istituzioni. La novità fiscale introdotta dal Governo potrebbe dare una svolta a questa tendenza, aumentando l’attrattività imprenditoriale del sistema Paese e, magari, favorendo la nascita di nuovi interpreti del Made in Italy.
Categoria: Fabbrica

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