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mercoledì, 17 Settembre, 2025

Capire i reali bisogni con il dialogo, la via per la formazione di successo

La domanda di formazione risente dei cambiamenti di scenario, ma allo stesso tempo presenta alcune costanti (internazionalizzazione, globalizzazione, orientamento al cliente, innovazione tecnologica, rivoluzione digitale) che rendono necessarie specifiche risposte formative. Allo stesso tempo, tuttavia, restano vive tradizionali esigenze: azioni formative rivolte al miglioramento di soft skill, immissione di nuovi assunti e riqualificazione professionale. Ci […]
19 Marzo 2020
Di: Gabriele Perrone
19 Marzo 2020
La domanda di formazione risente dei cambiamenti di scenario, ma allo stesso tempo presenta alcune costanti (internazionalizzazione, globalizzazione, orientamento al cliente, innovazione tecnologica, rivoluzione digitale) che rendono necessarie specifiche risposte formative. Allo stesso tempo, tuttavia, restano vive tradizionali esigenze: azioni formative rivolte al miglioramento di soft skill, immissione di nuovi assunti e riqualificazione professionale. Ci si chiede come, di fronte alle novità e al contemporaneo permanere di bisogni più classici, si possa costruire un’efficace offerta cercando, di volta in volta, il miglior incrocio tra i tre aspetti chiave: contenuti, modalità formative (aula, piattaforme online, App) e destinatari (talenti, manager, forza lavoro, ecc.). Persone&Conoscenze ha organizzato una tavola rotonda dal titolo L’evoluzione della domanda di formazione, nella quale alcuni tra i principali player del mercato si sono confrontati per far luce sulle novità emergenti e sui trend di lungo periodo del settore.

Tra competenze soft e sfera digitale, la formazione accompagna le nuove organizzazioni

Monica Boni, CEO & Partner di Wattajob: “La richiesta è ancora molto legata allo sviluppo di competenze soft, probabilmente perché la scuola e l’università non riescono a sopperire a questo gap. Ma, allo stesso tempo, ciò avviene in un contesto di trasformazione profonda”. “Dalle aziende ci viene chiesto di unire due piani: da un lato, le competenze di base (empatia, collaborazione, fiducia, comunicazione), dall’altro la dimensione digitale, legata in particolare allo Smart working”. Matteo Lanfranchi, Founder di Reverb: “Nelle imprese vediamo un grande bisogno di riorganizzarsi, ma anche una certa confusione: questo ci porta al tema della qualità delle relazioni. Lavorando con le comunità in ambito artistico, abbiamo notato che nelle aziende manca spesso la condivisione e il senso di squadra, con un impatto reale sulla struttura”. “Spesso chi riceve la formazione non ha voglia di seguirla o non ha veramente bisogno del tipo di formazione erogata. C’è un gap importante riguardo alla percezione del bisogno, dovuto a un mancato ascolto di chi deve ricevere la formazione”. Marco Valcamonica, Amministratore Delegato di Talent One: “Nelle Piccole e medie imprese (PMI) c’è ancora un grande lavoro educativo da fare, innanzitutto sui proprietari dell’azienda. Le PMI affrontano spesso il delicato momento del passaggio generazionale, che può essere drammatico e passa da una dimensione formativa necessaria e molto impegnativa. Non si tratta solo di una questione economica, piuttosto di un problema culturale”. “Il grosso pericolo è che tutti i clienti che vogliono la formazione in pillole e online siano disinteressati al contenuto, vogliano risparmiare e ottemperare solamente a un obbligo di formazione”. Dario Villa, Partner di Trivioquadrivio: “Oggi nelle aziende si vede sempre più spesso una formazione in ‘pillole’ con logica di interventi di breve durata inseriti in un percorso. Il nostro lavoro di consulenti è dunque quello di mediare per ridurre la distanza tra chi progetta e chi vive la formazione”. “C’è un tema di attese di benessere da parte delle persone, che sono più attente a variabili di work-life balance e wellness che una volta non venivano nemmeno prese in considerazione. Centrale per la comprensione di questi temi è l’inserimento nel mondo del lavoro delle nuove generazioni, caratterizzate da un minore senso di appartenenza e da una maggiore aspettativa nei confronti dell’azienda sui citati temi di benessere”.
L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Marzo 2020 di Persone&Conoscenze. Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)
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