Zucchetti Academy, molto più che una scuola di formazione
La nascita di Zucchetti Academy risale al 2009, quando le scuole di formazione aziendale erano ancora una rarità. “All’epoca l’idea era sicuramente innovativa: con il tempo siamo cresciuti e oggi contiamo su una struttura di 25 specialisti dedicati”, spiega Katia Fabene, Head of Zucchetti Academy. L’obiettivo era chiaro: valorizzare il know how di una big […]

La nascita di Zucchetti Academy risale al 2009, quando le scuole di formazione aziendale erano ancora una rarità. “All’epoca l’idea era sicuramente innovativa: con il tempo siamo cresciuti e oggi contiamo su una struttura di 25 specialisti dedicati”, spiega Katia Fabene, Head of Zucchetti Academy. L’obiettivo era chiaro: valorizzare il know how di una big del settore tech, con il tempo diventata la holding con una platea di oltre 700mila clienti.
L’orizzonte del progetto si è poi espanso. E dalla ‘semplice formazione’ si è passati alla messa a disposizione di tutti i collaboratori di piani formativi per lo sviluppo sia professionale sia personale in un’ottica di long life learning. Scopo ultimo è che tutti abbiano la garanzia di una formazione continua che li accompagni in ogni fase della carriera. E l’Academy è così diventata asset strategico per Zucchetti, declinandosi sotto varie forme.
Potenziare le competenze degli studenti
Nel tempo le attività dell’Academy si sono poi aperte anche all’esterno dell’ecosistema del player di tecnologia. A essere coinvolte non sono solo le aziende partner, ma anche le istituzioni. “Un modo per arginare il problema delle competenze spesso introvabili nei lavoratori, colmare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro e migliorare l’occupabilità”, sottolinea Fabene. “C’è una progettazione strutturale in particolare con le scuole secondarie di secondo grado, quindi Its e Ifts e poi con università, master e business school”. Per gestire questa proposta Zucchetti Academy affianca il team HR dell’azienda stessa che organizza eventuali tirocini, progetti di alternanza scuola-lavoro o giornate di selezione. L’approccio è mirato: “Ci prefiggiamo di facilitare l’inserimento professionale, creando programmi che arricchiscano le competenze dei profili in uscita”. Gli esempi sono diversi e variegati, tanto che uno dei corsi è rivolto a chi ha una diagnosi di neurodivergenza per portarli a sviluppare particolari abilità in ambito tecnologico. Uno dei più recenti è invece il progetto CoderZ, lanciato nel 2023 e rivolto agli studenti delle scuole superiori: si tratta di un percorso gratuito per avvicinare alla programmazione, suddiviso in moduli in e-learning su linguaggi informatici e in particolare Javascript. I livelli di accesso sono due: ci si rivolge agli istituti di stampo informatico, ma anche a quelli con un’impostazione più ampia. Al termine della teoria si prepara un project work: un’applicazione web individuale o di gruppo. I progetti sono caricati e infine validati fino al riconoscimento delle 40 ore del Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento digitale (Pcto), che ha sostituito l’alternanza scuola-lavoro. A oggi hanno aderito a CoderZ 564 scuole, per un totale di 20.454 studenti.L’attenzione al benessere delle persone
È invece del 2018 il format chiamato il Vivaio dei talenti ed è destinato a neodiplomati e neolaureati. Circa 200 i soggetti formati finora, con una percentuale di inserimento lavorativo al termine del percorso del 75%. “Prepariamo figure molto ricercate e difficili da trovare, sempre senza nessuna spesa per i partecipanti, perché i costi sono interamente sostenuti dall’azienda in quanto la finalità è di inserirli all’interno del gruppo”, spiega Fabene. C’è una selezione iniziale, poi si inizia con un corso bimestrale tarato a seconda del profilo. Solitamente si attiva un tirocinio, correlato a un rimborso spese. I profili principali sono quelli di Web developer, dedicato alla programmazione e Digital consultant, specializzato nell’analisi delle esigenze dei clienti di una software house. A erogare le lezioni sono i formatori interni, ma anche docenti provenienti per esempio da Cefriel, ente di formazione del Politecnico di Milano, o da SAA – School of Management dell’Università di Torino. Al termine del percorso si esegue un test di verifica delle competenze, a cui segue l’assegnazione di un open badge di partecipazione spendibile all’interno del curriculum. Vivaio dei talenti rappresenta infatti un’opportunità per l’ingresso nel mondo del lavoro in generale e non solo in Zucchetti. L’altra peculiarità di Zucchetti Academy è di offrire una risposta alle priorità e ai bisogni dei lavoratori di oggi. L’offerta formativa include un continuo reskilling e upskilling delle competenze di ruolo. In più sono proposti esercizi per potenziare le soft skill strategiche a fronte di un contesto che si evolve sempre più rapidamente. Infine c’è grande attenzione per le esigenze personali di benessere. “Si è scelto di andare oltre i confini tradizionali della formazione con un piano di benefit e agevolazioni per la promozione del wellbeing a 360 gradi”, dice Fabene. Quest’ultimo è il programma People Care, che permette di fissare mete da raggiungere grazie a percorsi personalizzati e un’esperienza gamificata su diverse aree: Salute e benessere; Famiglia e conciliazione; Cultura e tempo libero. Si tratta di programmi per il supporto psicofisico, per il sostegno alla genitorialità, per l’organizzazione di attività ricreative e culturali per i collaboratori e i loro familiari, convenzioni e altri servizi.Categoria: Risorse Umane, Formazione

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