Il rientro al lavoro tra Green Pass, vaccini e Remote working
Obbligo di vaccino, Smart working permanente, ritorno graduale in sede. Le posizioni restano divergenti, ma in questi giorni le aziende sono intente a preparare il rientro al lavoro dopo l’imminente termine delle ferie estive. Non fanno eccezione anche le grandi compagnie, da sempre interessanti anche per comprendere i nuovi trend. In particolare per avere qualche […]

Obbligo di vaccino, Smart working permanente, ritorno graduale in sede. Le posizioni restano divergenti, ma in questi giorni le aziende sono intente a preparare il rientro al lavoro dopo l’imminente termine delle ferie estive. Non fanno eccezione anche le grandi compagnie, da sempre interessanti anche per comprendere i nuovi trend. In particolare per avere qualche indicazione in merito all’applicazione del Green Pass in azienda, che di recente in Italia sta dividendo l’opinione pubblica.
Per esempio, dopo 16 mesi di lavoro a distanza, Twitter ha riaccolto parte dei dipendenti negli uffici di San Francisco e New York, al momento aperti al 50% della loro capienza. Il social network, che a maggio 2020 aveva comunicato al personale la possibilità di lavorare da remoto in modo permanente, ha deciso ora di richiedere prova dell’avvenuta vaccinazione per riammettere in ufficio i dipendenti.
Anche Google e Facebook si sono orientati sulla stessa posizione. Il numero uno di Big G, Sundar Pichai, ha scritto personalmente ai lavoratori statunitensi per informarli della decisione di ammettere in ufficio solo chi è vaccinato. L’azienda prevede di estendere nei prossimi mesi questa politica anche al personale residente in altri Paesi e ha già annunciato l’intenzione di prorogare di un mese, fino a ottobre 2021, la possibilità di lavorare volontariamente da casa.
Stessa richiesta sul fronte vaccini anche per i dipendenti di Facebook, almeno nei campus statunitensi. Il social network si è riservato di valutare l’approccio da adottare negli altri Paesi per coloro che decidano di non sottoporsi alla vaccinazione e ha assicurato l’intenzione di creare percorsi ad hoc per quanti non possono sottoporsi all’immunizzazione per ragioni di salute. La maggior parte dei lavoratori a tempo pieno potrà comunque continuare l’attività a distanza, laddove il lavoro da remoto sia compatibile con le mansioni svolte.
Fonte: Reuters

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