
Che fine ha fatto l’informatica italiana di Filippazzi?
È stato uno dei protagonisti della storia e dello sviluppo delle tecnologie informatiche italiane. Anche se sarebbe meglio dire che è stato un vero pioniere in questo settore. Negli Anni 50 ha fatto parte del gruppo di giovani talenti, coordinato da Mario Tchou, che a Barbaricina (in provincia di Pisa), hanno dato vita alle attività ricerca e di progettazione che hanno portato alla realizzazione…
È stato uno dei protagonisti della storia e dello sviluppo delle tecnologie informatiche italiane. Anche se sarebbe meglio dire che è stato un vero pioniere in questo settore. Negli Anni 50 ha fatto parte del gruppo di giovani talenti, coordinato da Mario Tchou, che a Barbaricina (in provincia di Pisa), hanno dato vita alle attività ricerca e di progettazione che hanno portato alla realizzazione dell’Elea 9003, il primo calcolatore elettronico italiano.
L’ospite della nuova puntata de ‘Il domatore di aquiloni’ è Franco Filippazzi, una figura che appartiene di diritto alla storia dell’informatica, ma anche del nostro Paese, vista la sua lunga collaborazione con la Olivetti, essendo stato direttore della ricerca tecnologica del laboratorio che nel corso della storia è poi stato ceduto a varie aziende, come General Electric e Honeywell. Inoltre Filippazzi è socio onorario dell’Associazione Pozzo di Miele, che riunisce gli ex dipendenti di Olivetti LRE, General Electric, Honeywell Information Systems, Bull, Compuprint. Di recente Filippazzi ha ricevuto la Stella al Merito del Lavoro da parte della Presidenza della Repubblica: una onorificenza – come recita il comunicato del Quirinale – che ha la finalità di “premiare singoli meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale dei lavoratori dipendenti da imprese pubbliche o private”.