Skip to main content

giovedì, 18 Settembre, 2025

La contrattazione collettiva in Italia

A partire dagli Anni 90 – e in maniera più decisa, in seguito alla crisi economica e finanziaria del 2008 – il decentramento della contrattazione collettiva è stato promosso in Italia allo scopo di aiutare le aziende a competere in mercati sempre più complessi e globalizzati. Nell’agosto del 2011 fu addirittura la Banca centrale europea, […]
18 Marzo 2022
Di: Ilaria Armaroli
18 Marzo 2022
Contrattazione collettiva
A partire dagli Anni 90 – e in maniera più decisa, in seguito alla crisi economica e finanziaria del 2008 – il decentramento della contrattazione collettiva è stato promosso in Italia allo scopo di aiutare le aziende a competere in mercati sempre più complessi e globalizzati. Nell’agosto del 2011 fu addirittura la Banca centrale europea, in una lettera indirizzata all’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a sollecitare una riforma della contrattazione collettiva nel nostro Paese, nella direzione di permettere agli accordi aziendali di adattare salari e condizioni di lavoro alle specifiche esigenze, accrescendone la rilevanza rispetto agli altri livelli di contrattazione. Coerentemente, il secondo livello negoziale – già riconosciuto istituzionalmente nel protocollo Giugni del 1993 – veniva in quegli anni ancor più incoraggiato, attraverso l’introduzione di incentivi fiscali per la contrattazione decentrata di schemi retributivi variabili, nonché con il sostegno alla contrattazione ‘di prossimità’ (ex art. 8, Legge 148/2011), abilitata a derogare, pur nel rispetto di alcuni limiti e condizioni, ai contratti collettivi nazionali di settore e alla legislazione. Nello stesso decennio, anche l’ordinamento intersindacale promuoveva un processo di decentramento organizzato, consentendo alla contrattazione di secondo livello di raggiungere intese modificative, anche in senso peggiorativo, di alcuni standard settoriali, purché quegli stessi accordi venissero approvati dalle organizzazioni sindacali di categoria. Così, in modo inedito, veniva ad affermarsi, per la regolazione pattizia degli assetti della contrattazione collettiva, il principio della deroga, accanto a quelli tradizionalmente in uso della delega e del ne bis in idem. E si delineava, quindi, un cambiamento significativo nel sistema italiano di relazioni industriali. Dopo oltre 10 anni dall’adozione di quei provvedimenti, il progetto di ricerca Comparisons in decentralised bargaining: towards new relations between trade unions and works councils (Codebar) si propone di verificare se, e in che misura, il modello di decentramento organizzato, delineato dalle parti sociali negli accordi interconfederali e nei contratti nazionali di settore, sia applicato anche a livello aziendale. Oltre alla rassegna documentale e all’analisi dei contenuti delle principali disposizioni legali, dei contratti collettivi e della giurisprudenza sul tema, il rapporto prodotto sul contesto italiano ha implicato anche analisi di caso settoriali, rispettivamente sui sistemi contrattuali del metalmeccanico, dell’elettrico e della distribuzione cooperativa. Per ogni settore, è stato, inoltre, condotto un caso studio aziendale, attraverso interviste semi-strutturate a rappresentanti di impresa e dei lavoratori e a sindacalisti territoriali e/o nazionali operanti nelle realtà considerate. Tra i risultati preliminari della ricerca documentale e delle analisi di caso, emerge uno scenario negoziale particolarmente frammentato. Benché, infatti, l’articolazione multilivello della contrattazione collettiva abbia trovato espressione e conferma in tutti i principali modelli contrattuali (fino a oggi), il grado e l’estensione della sua effettiva implementazione variano in relazione al settore analizzato e soprattutto, alla dimensione d’impresa. In questo senso, sembrerebbe ammissibile delineare, per il nostro Paese, due distinti scenari di contrattazione collettiva, anziché di un unico sistema.
L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Gennaio-Febbraio 2022 della rivista Sviluppo&Organizzazione. Per informazioni sull’acquisto o sull’abbonamento alla rivista scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)
giorgio armani
È morto oggi, a 91 anni, Giorgio Armani, figura di riferimento nel mondo dell’alta moda e padre dell’omonima maison, fondata esattamente 50…
Giuseppe_Turani
È stato Vicepresidente e Direttore Editoriale della casa editrice ESTE (l’editore anche del nostro quotidiano). E ora è stato inserito nel…
Este +
Oltre 60 anni di esperienza nella produzione di contenuti di cultura d’impresa al servizio di imprenditori e manager. Dalla fine degli Anni…
App ESTE
In pochi mesi dal lancio di aprile 2023, l’App ESTE ha già raggiunto numeri notevoli: 41mila schermate visualizzate, circa 700 download e 2mila…

Rimani aggiornato sul management che conta

Iscriviti alla newsletter di Parole di Management, il quindicinale con il meglio del pensiero manageriale per guidare il cambiamento in azienda