Caregiver al lavoro senza preoccupazioni
La mente di qualsiasi lavoratore è spesso piena di pensieri, fra ansie relative al lavoro e preoccupazioni personali. E se lo è quella di una persona priva di impegni familiari, è facile comprendere quanto possa esserlo quella dei caregiver. Letteralmente sono coloro che offrono cure: genitori di ragazzi minorenni o disabili, ma anche chi si […]

La mente di qualsiasi lavoratore è spesso piena di pensieri, fra ansie relative al lavoro e preoccupazioni personali. E se lo è quella di una persona priva di impegni familiari, è facile comprendere quanto possa esserlo quella dei caregiver. Letteralmente sono coloro che offrono cure: genitori di ragazzi minorenni o disabili, ma anche chi si gestisce un parente anziano. Tradotto in numeri, secondo un’indagine Istat, questa categoria rappresenta un terzo (circa) della popolazione italiana e il 40% degli occupati.
Se prima dello scoppio della pandemia le difficoltà di conciliazione vita lavorativa e personale dei caregiver erano poco considerate, i lockdown, che hanno caratterizzato le prime fasi del Covid, hanno fatto emergere ostacoli non indifferenti per chi doveva gestire persone fragili dentro e fuori le mura domestiche. Stato e aziende si sono da subito attivate con misure straordinarie di supporto alle famiglie, dal bonus Baby sitter ai supporti economici erogati direttamente dalle aziende o alla possibilità di avere orari di lavoro flessibili. Ma ora che l’emergenza sanitaria è rientrata, queste persone si sono trovate a dover tornare a lavorare a pieno ritmo, magari dall’ufficio, pur continuando a gestire il carico familiare. E senza poter usufruire degli ausili sfruttati nel periodo pandemico.
In questo contesto esistono numerose iniziative, nate proprio come risposta all’esigenza dei caregiver. Un esempio è ConTe, un braccialetto in grado di monitorare a distanza la salute di chi lo indossa, ideato e realizzato da una partnership fra WindTre e Comarch, software house polacca.
Due realtà differenti, con una mission in comune: migliorare e semplificare la vita delle persone. Un obiettivo che è stato raggiunto con la progettazione di questo dispositivo. “Siamo nati come operatori delle telecomunicazioni, ma ci siamo poi evoluti: ora che la connettività è una commodity vogliamo sviluppare servizi che permettano alle persone di vivere ‘senza pensieri’ grazie alla tecnologia”, ha sottolineato Stefano Fioravanzo, Head of New Business, Security, Advertising & Partnershipdi WindTre.
Azzerare le distanze grazie alla connettività
Distribuito inizialmente alle strutture sanitarie per poter gestire al meglio il carico di pazienti nel periodo pandemico, ora è entrato anche nel mercato B2C. “Avevamo già ricevuto feedback molto positivi dalle aziende sanitarie alle quali avevamo fornito il bracciale; poter raggiungere direttamente i pazienti o i caregiver è per noi un valore aggiunto”, ha commentato Kamila Niekraszewicz, Country Manager di Comarch Italia. Così, tramite la registrazione della frequenza cardiaca, la geolocalizzazione, un sensore di caduta e la possibilità di fare e ricevere chiamate (attraverso la sim WindTre), ConTe è lo strumento che i caregiver possono utilizzare per controllare (tramite un’App) i propri cari anche dall’ufficio; annullando le distanze e senza dover così ‘sacrificare’ la propria carriera. E se l’aspirazione è quella di facilitare la vita alle persone, Fioravanzo rivela la volontà di estendere il servizio, offrendo un’infrastruttura con personale a disposizione per rispondere alle esigenze ed effettuando un costante monitoraggio dei dati rilevati dal dispositivo con finalità predittive, utili a prevenire patologie ed eventi negativi: “In questo modo il caregiver può sentirsi a casa della persona fragile pur trovandosi, per esempio, in una città differente”.Categoria: Benessere aziendale, Organizzazione

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