La gestione dei talenti è sempre più paperless
Gli avvenimenti della storia recente non solo hanno rivoluzionato economia e abitudini, ma hanno anche coinvolto aziende e lavoratori in un percorso di cambiamento e adattamento, che ha inevitabilmente interessato anche i professionisti HR, portandoli a sviluppare e gestire nuove modalità di ricerca, selezione e gestione dei talenti (o Talent management). Per questo, le tecnologie […]

Gli avvenimenti della storia recente non solo hanno rivoluzionato economia e abitudini, ma hanno anche coinvolto aziende e lavoratori in un percorso di cambiamento e adattamento, che ha inevitabilmente interessato anche i professionisti HR, portandoli a sviluppare e gestire nuove modalità di ricerca, selezione e gestione dei talenti (o Talent management). Per questo, le tecnologie sono diventate un supporto indispensabile alla professionalità HR.
“In Italia, però, molti reparti HR sono focalizzati più sulla gestione amministrativa delle persone che sul Talent management, che è un approccio molto diverso e paperless, in cui le tecnologie possono davvero fare la differenza”, dichiara Roberto Gemma, CEO di Altea UP (società di Altea Federation che recentemente ha ampliato la propria expertise in ambito Human Capital management acquisendo la società Altea People), che intende il Talent management come supporto ai processi di sviluppo delle Risorse Umane in grado di seguire l’intero ciclo di vita del dipendente (pianificazione, recruitment, competenze, performance, training e learning, compensation, ecc.).
Gestire le persone con l’aiuto di strumenti digitali per Gemma è più efficace perché i dati raccolti permettono di vedere e analizzare la crescita della risorsa nel tempo, con risultati misurabili. “Nel recente passato in azienda si pianificavano le strategie HR annualmente, mentre nella situazione attuale – imprevedibile anche a causa dell’emergenza sanitaria – sarebbe opportuno avere momenti di incontro e condivisione più frequenti per poter adeguare rapidamente la strategia HR con l’evolversi e il variare del contesto di riferimento: per questo servono dati certi”, spiega. I momenti di confronto frequenti fanno parte della cultura del feedback continuo, la metodologia di gestione delle performance che prevede che le persone diano e ricevano feedback sul loro lavoro in maniera costante, continuativa e strutturata.
Dall’osservatorio di Gemma, molti colloqui di feedback vengono ancora svolti con questionari cartacei: “Valutare ‘sulla carta’ è quasi impossibile, perché si dovrebbe avere un ampio dossier per ogni persona sempre a disposizione e con i dati sempre a portata di mano”, sottolinea. Compilare una scheda di valutazione digitalmente, anche da smartphone tramite un’App, è invece un processo più immediato, puntuale e con meno rischi di errore. “Questa digitalizzazione porterà benefici sia ai datori di lavoro sia ai dipendenti, entrambi in grado così di ottenere maggiore flessibilità e controllo nel corso della propria esperienza professionale”, aggiunge. Il CEO è però consapevole che è necessaria una maturità aziendale per sapere usare bene gli strumenti tecnologici a disposizione, e in alcuni casi è necessaria una formazione ad hoc per tutti i livelli organizzativi, a partire proprio dagli HR.

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