Boom di telelavoro in Giappone (anche) grazie all’effetto coronavirus
Era già un trend crescente, inserito tra le misure urgenti adottate dal governo per prepararsi all’Olimpiade di Tokyo 2020 e scongiurare un traffico che si preannuncia già congestionato. Ora la paura del contagio da COVID-19, il nuovo coronavirus originato nella cittadina cinese di Wuhan, ne ha accelerato la diffusione. In Giappone sono sempre di più […]

Era già un trend crescente, inserito tra le misure urgenti adottate dal governo per prepararsi all’Olimpiade di Tokyo 2020 e scongiurare un traffico che si preannuncia già congestionato. Ora la paura del contagio da COVID-19, il nuovo coronavirus originato nella cittadina cinese di Wuhan, ne ha accelerato la diffusione. In Giappone sono sempre di più le aziende che incoraggiano un uso crescente del telelavoro.
Il gigante delle Telecomunicazioni NTT ha adottato una modalità di lavoro a distanza o con orari che evitino il pendolarismo nelle ore di punta per 200mila dipendenti. Il motore di ricerca Yahoo Japan offriva già agli impiegati con figli piccoli e alle dipendenti in dolce attesa la possibilità di lavorare da remoto fino a cinque giorni al mese.
Adesso, la paura del contagio ha fatto venir meno anche questa limitazione. Lo stesso ha fatto il gruppo GMO Internet: i 4mila dipendenti di base a Tokyo, Osaka e Fukuoka lavorano da casa dal 27 gennaio 2020.
Dal 2017 il Governo giapponese dedica ogni estate una campagna di sensibilizzazione dedicata al telelavoro. Nel 2019, circa 680mila persone provenienti da 2.887 aziende hanno preso parte ai Telework Days. Secondo le stime del ministero degli Affari Interni e della Comunicazione, nel 2019 circa il 19% delle imprese ha adottato forme di lavoro a distanza. L’introduzione di uno stile di lavoro più flessibile è una delle strategie volute dal primo ministro Shinzo Abe per contrastare la carenza di manodopera, dovuta ai lunghi spostamenti verso le grandi città, e incrementare il lavoro femminile.
Fonte: Giappone, Japan Times

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