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mercoledì, 17 Settembre, 2025

Le aziende devono pensare pure alle vaccinazioni

Tra ritardi nelle consegne da parte delle case farmaceutiche e difficoltà di individuazione e organizzazione degli spazi, l’avvio della campagna vaccinale anti-Covid non è stato dei più semplici in Europa. Negli Stati Uniti, intanto, per dare una mano all’amministrazione, sono entrate in campo anche le imprese. Microsoft ha messo a disposizione come centro per la […]
5 Febbraio 2021
Di: Giorgia Pacino
5 Febbraio 2021
Tra ritardi nelle consegne da parte delle case farmaceutiche e difficoltà di individuazione e organizzazione degli spazi, l’avvio della campagna vaccinale anti-Covid non è stato dei più semplici in Europa. Negli Stati Uniti, intanto, per dare una mano all’amministrazione, sono entrate in campo anche le imprese. Microsoft ha messo a disposizione come centro per la vaccinazione il suo campus di Redmond, nello Stato di Washington, dove gli uffici sono ormai da mesi in gran parte vuoti. Amazon ha scritto al neo Presidente Usa Joe Biden per offrire assistenza a livello di tecnologie e comunicazione. Starbucks ha assegnato parte del personale dei dipartimenti specializzati in operazioni e analisi per aiutare a disegnare i nuovi siti di vaccinazione, donando il lavoro dei suoi impiegati, retribuiti dalla catena di caffetterie allo Stato di Washington. Ciò che le grandi compagnie americane possono davvero mettere a disposizione, infatti, va ben oltre l’ambito sanitario: una vasta presenza sul territorio nazionale, manodopera significativa, un’enorme distribuzione di magazzini e depositi e, in alcuni casi, interi edifici di uffici vuoti. Senza contare le capacità economiche per sostenere lo sforzo del Sistema sanitario statunitense, che possono tornare a vantaggio dell’immagine pubblica dell’azienda.

Competenze e tecnologie a disposizione del Servizio sanitario

Il settore privato può offrire un aiuto significativo anche sul piano dell’archiviazione dei dati, della pianificazione degli appuntamenti e della consegna delle forniture a cliniche e ospedali. Oltre agli edifici del campus di Redmond, Microsoft ha messo a disposizione le sue tecnologie, offrendo al Dipartimento della Salute le soluzioni di Intelligenza Artificiale per aiutare a tracciare ospedalizzazioni e tamponi. Amazon ha messo in piedi una clinica di vaccinazione provvisoria, sul modello dei negozi pop-up, a Seattle, in collaborazione con il Virginia Mason Medical Center, e punta a vaccinare 2mila persone soltanto in quel sito. Ha poi offerto all’amministrazione Biden le capacità in materia di Operation, Infomation Technology e Comunicazione, offrendosi di vaccinare i suoi dipendenti di Virginia e Tennessee, molti dei quali sono lavoratori essenziali. Molte compagnie stanno, infatti, contribuendo alla campagna anche incoraggiando i propri dipendenti a vaccinarsi. Anche mediante veri e propri incentivi: JBS, azienda specializzata nell’impacchettamento della carne, offre un bonus di 100 dollari, considerando anche le particolari condizioni di lavoro che rendono il personale particolarmente vulnerabile al contagio; Dollar General, che impiega circa 157mila lavoratori in oltre 17mila negozi, offre ai dipendenti quattro ore di paga in caso di vaccinazione; Instacart, servizio di delivery del mondo Grocery, offre un’extra di 25 euro; l’azienda di yogurt Chobani riconosce sei ore di stipendio a chi si vaccina. Ci sono anche società che hanno già in programma di rendere il vaccino obbligatorio per tutti i dipendenti, come nel caso della compagnia di volo United Airlines. Se per alcuni settori la vaccinazione di massa si rivela essenziale per il business, altre aziende puntano a garantire la vaccinazione del personale anche per mandare un messaggio ai clienti, che si sentiranno così più sicuri nel fare shopping nei negozi o nel ricevere assistenza da parte dei dipendenti. Fonte: The New York Times
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