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giovedì, 18 Settembre, 2025

Misurare la performance nel Remote working

Ora che il lavoro a distanza sta diventando la norma, è tempo di adattare gli schemi di valutazione. I sistemi di valutazione delle performance, applicati all’interno delle aziende, hanno una storia risalente nel tempo. Dal rating system utilizzato dai militari americani agli assessment più recenti pensati per allineare motivazione del personale e obiettivi organizzativi, decenni […]
21 Ottobre 2020
Di: Giorgia Pacino
21 Ottobre 2020
Ora che il lavoro a distanza sta diventando la norma, è tempo di adattare gli schemi di valutazione. I sistemi di valutazione delle performance, applicati all’interno delle aziende, hanno una storia risalente nel tempo. Dal rating system utilizzato dai militari americani agli assessment più recenti pensati per allineare motivazione del personale e obiettivi organizzativi, decenni di ricerche hanno cercato di individuare best practice e modelli di riferimento. Per condurre una valutazione corretta ed effettiva, gli studi suggeriscono di considerare l’ambiente sociale in cui ha luogo il lavoro. Ora che il Remote working sta diventando la norma, è tempo di adattare gli schemi di valutazione dei dipendenti alla nuova realtà. I processi di valutazione già esistenti non sono stati, infatti, disegnati per uno spazio di lavoro in gran parte virtuale. Se l’attività si svolge diversamente, anche il comportamento da premiare dev’essere diverso. Secondo una ricerca condotta da Deloitte, il 28% delle organizzazioni attribuisce premi legati alle performance in base ai risultati di metriche di gruppo. Eppure, l’indagine sullo stato del Remote working evidenziava già nel 2008 come la solitudine fosse la sfida maggiore che i dipendenti da remoto sono chiamati ad affrontare. Secondo i ricercatori, invece di valutare i dipendenti sulla base di performance di gruppo, anche quando sono disconnessi dal team di lavoro, le imprese dovrebbero considerare la qualità del contributo dato da ciascun lavoratore al complesso dell’organizzazione. L’attività dovrebbe essere valutata in termini di qualità del lavoro e non di qualità del processo, superando la mentalità legata alle ore di lavoro e focalizzando l’attenzione sull’output che il singolo è in grado di produrre da solo. Fonte: The Conversation
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