Skip to main content

sabato, 25 Ottobre, 2025

Cultura e digitalizzazione nel futuro dell’Industria Alimentare

Sulle potenzialità dell’Industria Alimentare c’è una forte consapevolezza tra le aziende. Ma c’è pure coscienza che ci sono molte zone d’ombra da illuminare. È questo, in estrema sintesi, quanto emerso nella tavola rotonda promossa da Fabbrica Futuro dedicata all’Industria Alimentare che si è svolta a Napoli il 21 ottobre 2025 nella cornice del Palazzo Partanna […]
22 Ottobre 2025
Di: Dario Colombo
22 Ottobre 2025
FF_Alimentare_Napoli

Sulle potenzialità dell’Industria Alimentare c’è una forte consapevolezza tra le aziende. Ma c’è pure coscienza che ci sono molte zone d’ombra da illuminare. È questo, in estrema sintesi, quanto emerso nella tavola rotonda promossa da Fabbrica Futuro dedicata all’Industria Alimentare che si è svolta a Napoli il 21 ottobre 2025 nella cornice del Palazzo Partanna di Napoli, sede dell’Unione Industriale di Napoli

A confrontarsi imprenditori, manager e studiosi. Tra i protagonisti: Luigi Aliberti, Direttore Commerciale di Agria; Luigi Consiglio, Chief Executive Officer, CEO di Eccellenze d’Impresa; Marco De Matteis, CEO di De Matteis Agroalimentare; Armando De Nigris, Presidente di Gruppo De Nigris; Luca Littamè, Partner di Considi; Pina Mengano Amarelli, Presidente di Amarelli Liquirizia; Paola Pomi, CEO di Sinfo One; Alfio Schiatti, Chief Commercial Officer di Fattorie Garofalo; Gaetano Torrente, Direttore Commerciale de La Torrente; Giandomenico Galatà, Nutrizionista.

Il cibo è la prima ricchezza del Paese

Secondo i dati Coldiretti, il cibo rappresenta la prima ricchezza del Paese, con una filiera agroalimentare che vale oltre 707 miliardi di euro. A trainare la crescita è anche l’export, che continua a rappresentare una leva strategica per l’Italia, ma che oggi è messo alla prova da dazi, guerre commerciali, costi energetici in aumento e dall’avanzata di nuovi protagonisti globali come India, Cina e Africa.

Il confronto tra i rappresentanti aziendali ha evidenziato come le imprese italiane debbano puntare sulla autenticità: raccontare meglio la qualità e la storia dei prodotti diventa fondamentale per distinguersi. Le imprese devono imparare a valorizzare le proprie radici, costruendo narrazioni capaci di unire gusto, cultura e sostenibilità. L’educazione alimentare gioca un ruolo chiave: insegnare ai cittadini, fin da giovani, a riconoscere la qualità e il valore del cibo significa costruire un mercato più consapevole.

Questa strategia può aiutare ad affrontare fenomeni come quello dell’Italian sounding, che continua a erodere il valore reale del Made in Italy: milioni di prodotti ‘pseudo italiani’ invadono i mercati esteri, riducendo le opportunità per chi produce autenticamente in Italia, ma evidenziando come nel mondo ci sia un forte interesse sui nostri prodotti.

Rafforzare il sistema di crescita per le imprese

La tavola rotonda ha messo in luce anche come la filiera agroalimentare italiana soffra ancora una certa frammentazione. E tra gli ostacoli c’è soprattutto una mancanza di sistema tra le imprese con le istituzioni: spesso a frenare la crescita e l’innovazione sono le norme molto (troppo) stringenti che frenano il potenziale innovativo di tante realtà, scoraggiando gli investimenti nell’innovazione. La soluzione? Semplificare e rendere più efficiente il sistema.

Di rivoluzione si è parlato anche in relazione alla trasformazione digitale, che non significa solo introdurre nuove tecnologie, ma vuol dire cambiare il modo di prendere decisioni. E la tecnologia digitale è lo strumento ideale per agevolare il cambiamento. La sfida, infatti, è diventare aziende data driven, ovvero capaci di basare le scelte strategiche su dati affidabili e in tempo reale. Il dato non è più un’opzione: in un contesto economico dove l’errore si paga caro, ogni anello della catena deve essere responsabilizzato.

Mercati, consumatori e nuovi linguaggi del cibo

Dalla discussione è emerso anche un mutamento profondo nei comportamenti dei consumatori. Da un lato cresce la domanda di cibo accessibile e a prezzi contenuti, dall’altro si afferma una fascia sempre più ampia di consumatori premium, attenti alla qualità, alla sostenibilità e alle storie dietro ogni prodotto. Le aziende devono saper parlare a entrambi i pubblici, conciliando tradizione e innovazione, e differenziando le proprie linee senza perdere autenticità. E, ancora una volta, serve fare cultura sul cibo a tutti i livelli.

Altro tema centrale è quello dell’internazionalizzazione: il Made in Italy non può limitarsi a esportare, ma deve imparare a immergersi nei mercati esteri, adattandosi alle diverse culture di consumo senza snaturarsi. Nel 2024 sono stati oltre 468 milioni i turisti che hanno visitato il nostro Paese: per le nostre aziende quella di poter parlare a un numero così alto di consumatori stranieri è un’occasione straordinaria per raccontarsi e per ‘spiegare’ il cibo,.

Abbiamo un patrimonio unico, ma dobbiamo imparare a guardarlo con occhi nuovi: quella dell’agroalimentare è una filiera che nel tempo si è irrobustita, ma ora serve una visione più ampia per affrontare i prossimi anni, nei quali non mancheranno nuove crisi. La sfida principale, anche per l’Industria Alimentare, è conciliare innovazione e umanità, tradizione e modernità, radici e algoritmi. Solo così il Made in Italy potrà continuare a essere, nel mondo, sinonimo di qualità e di prodotto ‘ben fatto’.

Categoria:
giorgio armani
È morto oggi, a 91 anni, Giorgio Armani, figura di riferimento nel mondo dell’alta moda e padre dell’omonima maison, fondata esattamente 50…
Giuseppe_Turani
È stato Vicepresidente e Direttore Editoriale della casa editrice ESTE (l’editore anche del nostro quotidiano). E ora è stato inserito nel…
Este +
Oltre 60 anni di esperienza nella produzione di contenuti di cultura d’impresa al servizio di imprenditori e manager. Dalla fine degli Anni…
App ESTE
In pochi mesi dal lancio di aprile 2023, l’App ESTE ha già raggiunto numeri notevoli: 41mila schermate visualizzate, circa 700 download e 2mila…

46.000 persone

ricevono la Newsletter di Parole di Management