Dalla spesa alla strategia, MRO verso la maturità digitale
Nel procurement dei materiali indiretti (MRO) in Italia è in corso una trasformazione profonda, una metamorfosi che sta ridefinendo ruoli, priorità e competenze. I numeri raccontano la portata del cambiamento: il 74% delle aziende indica la digitalizzazione del processo d’acquisto come priorità, il 67% riconosce all’ufficio acquisti il ruolo di referente principale per gli approvvigionamenti MRO, e l’81% ha scelto di stipulare accordi di lungo periodo con i propri fornitori.
È quanto emerge dalla ricerca “Il Procurement dei materiali indiretti in Italia 2025”, quarta edizione dell’indagine promossa da RS Italia, fornitore globale di soluzioni per l’industria, e da Adaci, l’Associazione Italiana Acquisti e Supply Management, in collaborazione con l’Università Europea di Roma. “Il procurement MRO si allontana sempre più da un passato marginale per diventare una leva di efficienza, resilienza e sostenibilità”, osserva Massimiliano Rottoli, Managing Director di RS Italia.
Dietro questa evoluzione, tuttavia, le pressioni restano significative. Le imprese devono affrontare vincoli di budget, la gestione di una molteplicità di codici prodotto e criticità operative come rotture o fermi macchina, spesso in un contesto di collaborazione interfunzionale ancora frammentata.
“Nonostante le pressioni sui costi, emergono segnali incoraggianti: il 67% delle imprese riconosce un ruolo strategico agli acquisti, il 74% investe nella digitalizzazione e il 58% punta sulla formazione”, sottolinea Emanuela Delbufalo, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università Europea di Roma.
L’AI è già presente nel 19,4% delle imprese
Per reagire alle pressioni crescenti, le imprese puntano su tre leve principali: digitalizzare i processi, razionalizzare la base fornitori e rafforzare le competenze dell’ufficio acquisti. Tra queste, la digitalizzazione si conferma il vero pilastro di trasformazione: consente una gestione più accurata dei fabbisogni MRO, riduce le emergenze e rende l’intero sistema di approvvigionamento più trasparente e prevedibile. La diffusione delle tecnologie di base è ormai ampia: il 73% delle aziende utilizza sistemi informativi integrati e il 60% piattaforme di e-procurement. Rimane invece più contenuto l’impiego di soluzioni avanzate, che rappresentano la frontiera su cui si gioca la competitività futura.
Su questo fronte, un ruolo di primo piano spetta all’Intelligenza Artificiale (AI), protagonista per la prima volta di un focus specifico nell’edizione 2025 della ricerca. Una strategia strutturata di adozione è già presente nel 19,4% delle imprese, mentre il 26,9% si trova in fase di valutazione. L’uso avanzato e integrato riguarda il 10,4% del campione, e un ulteriore 20,9% applica l’IA a singole attività, in particolare all’analisi dei dati.
Le prospettive di sviluppo per il breve e medio periodo si concentrano su previsione della domanda e gestione delle scorte, automazione dei pagamenti e misurazione dell’impatto ambientale dei processi. Restano però barriere rilevanti: la difficile integrazione con i sistemi esistenti, la resistenza culturale e la necessità di sviluppare nuove competenze interne. La direzione è tracciata, ma il cammino verso una piena maturità digitale è ancora lungo.
Si consolida il ruolo della funzione acquisti
Anche senza il contributo diretto dell’AI, l’evoluzione della funzione acquisti nelle imprese italiane è ormai un fatto compiuto. L’ufficio acquisti si è progressivamente affermato come punto di riferimento strategico per la gestione degli approvvigionamenti MRO, con procedure più strutturate e, in molti casi, budget dedicati. Un segnale chiaro di maturazione organizzativa e di un nuovo approccio alla performance, sempre meno centrato sul costo e sempre più orientato al valore generato.
Parallelamente, si consolida la scelta di diversificare i canali di fornitura, pur mantenendo rapporti di lungo periodo con i partner più affidabili. Nonostante questo passo avanti, molte aziende faticano ancora a trovare cataloghi digitali aggiornati (50%) o a coinvolgere in modo sistematico i fornitori nei processi decisionali, elementi oggi essenziali per una catena di fornitura realmente integrata.
Nei criteri di selezione, accanto a prezzo e affidabilità, cresce il peso della sostenibilità e della qualità del servizio. Sempre più imprese privilegiano fornitori certificati e socialmente responsabili (55%), attenti a packaging sostenibili, energie rinnovabili e prossimità territoriale. Anche la logistica si orienta a una maggiore efficienza: molte aziende cercano di ridurre le spedizioni attraverso ordini consolidati e attribuiscono crescente importanza ai servizi a valore aggiunto proposti dai partner.
Guardando avanti, le priorità si concentrano su gestione dei rischi nella supply chain, controllo dell’inflazione e investimenti tecnologici, a conferma di una funzione acquisti sempre più orientata a resilienza e innovazione. “Accogliamo con grande piacere questa quarta edizione della ricerca sul procurement MRO, ormai tassello fondamentale nell’evoluzione della funzione acquisti in Italia. I dati confermano che una metamorfosi è in corso: le imprese investono nella qualificazione del personale e riconoscono all’ufficio acquisti un ruolo strategico. È attraverso la formazione continua che abilitiamo questa trasformazione. Solo con professionisti preparati possiamo costruire un procurement moderno, capace di generare innovazione, sostenibilità e valore”, conclude Fabrizio Santini, Presidente Adaci.
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