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sabato, 25 Ottobre, 2025

Fabbrica Futuro

Evitare la desertificazione industriale, il Sud racconta la sua crescita

È la desertificazione industriale quella a cui stiamo andando incontro? La domanda, sollevata dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante il Forum “L’economia del nuovo mondo” organizzato dal Mattino di Napoli e rilanciata da Il Sole 24Ore, suona come un avvertimento per l’intero continente europeo. Secondo il Ministro, l’Europa sembra oggi più impegnata a contenere gli […]
24 Ottobre 2025
Di: Redazione
24 Ottobre 2025

È la desertificazione industriale quella a cui stiamo andando incontro? La domanda, sollevata dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante il Forum “L’economia del nuovo mondo” organizzato dal Mattino di Napoli e rilanciata da Il Sole 24Ore, suona come un avvertimento per l’intero continente europeo. Secondo il Ministro, l’Europa sembra oggi più impegnata a contenere gli effetti delle decisioni prese altrove che a delineare una propria strategia. Le regole della globalizzazione nate con l’Organizzazione Mondiale del Commercio appaiono ormai superate, mentre la concorrenza asiatica mette a dura prova la tenuta del sistema manifatturiero europeo. Il rischio, osserva Giorgetti, è quello di una lenta ma inesorabile perdita di competenze, capacità produttiva e identità industriale.

Eppure, in questo scenario incerto, l’Italia continua a dare prova di vitalità. In tutto il Paese ci sono imprese che investono, innovano e costruiscono futuro, spesso lontano dai riflettori ma con risultati tangibili. Le esperienze raccolte da Edizioni ESTE (editore di Parole di Management), che da anni dialoga con imprenditori e manager sui territori, raccontano un’Italia che non rinuncia a fare impresa, ma che anzi si ripensa alla luce delle grandi trasformazioni – digitale, sostenibile e culturale – che stanno ridisegnando l’economia globale.

È in questa prospettiva che si inserisce FabbricaFuturo, il progetto itinerante promosso da Edizioni ESTE e dalla rivista Sistemi&Impresa, come osservatorio sul cambiamento industriale. Da Nord a Sud, FabbricaFuturo racconta come la manifattura italiana stia evolvendo, mantenendo saldo il legame tra tradizione e innovazione, tra cultura produttiva e valore sociale. E da Nord a Sud non è un modo di dire: l’edizione 2025 si concluderà, come da consuetudine, a Bari, il 7 novembre presso l’UnaHotels Regina di Torre a Mare–Noicattaro. Una scelta tutt’altro che casuale. Il Mezzogiorno sta vivendo infatti una fase di crescita più sostenuta rispetto al resto del Paese. Secondo le stime Istat, nel 2024 il PIL del Sud è aumentato dell’1%, a fronte dello 0,6% nazionale: un segnale di un territorio in fermento, sempre più protagonista nella costruzione di una nuova stagione industriale.

ISCRIVITI A FABBRICAFUTURO BARI, 7 novembre 2025

Si discute, dunque, delle sfide della Manifattura insieme alle aziende e ai partner che le affiancano nel cogliere le opportunità e nel gestire i cambiamenti. La tappa barese di FabbricaFuturo è realizzata con il supporto di Considi, Deloitte, MADE Competence Center Industria 4.0, Modula, Btinkeeng e in collaborazione con l’ITS Cuccovillo. Dopo i saluti introduttivi di Chiara Lupi, direttrice editoriale di ESTE, e di Nicola Costantino, già docente al Politecnico di Bari e coautore del volume “Bello e ben fatto. Il prodotto italiano rilancia la manifattura”, si alterneranno testimonianze di imprese che hanno saputo trasformare la crisi in opportunità.

Interviene durante la mattinata Nunzia Petrosino, CEO di Condor (ponteggi e casseforme), racconta l’esperienza di un’azienda che ha fatto dell’innovazione di prodotto e di servizio la propria leva competitiva: attraverso ricerca e sviluppo, digitalizzazione dei processi e attenzione al cliente, ha costruito soluzioni su misura capaci di generare valore e fidelizzazione. Simile la storia di Caterina Noberasco, Project manager e PMO coordinator di D-Orbit (esigenze logistiche del mercato spaziale), presenta invece il percorso di crescita nella space economy: dalla nascita come start-up innovativa fino alla trasformazione in impresa industriale strutturata. Il suo racconto mostrerà come l’integrazione di strumenti digitali, la revisione dei processi organizzativi e una cultura progettuale avanzata possano dare vita a una manifattura “spaziale” efficiente e sostenibile.

Inoltre, Michele Vitulano, Global sales & marketing manager di Indeco (martelli demolitori idraulici), offre uno sguardo sulla fabbrica connessa, dove i prodotti diventano intelligenti grazie a sensori IoT, connettività cloud e analisi dei dati. Un modello in cui la tecnologia non sostituisce l’essere umano, ma lo affianca, consentendo di monitorare e ottimizzare in tempo reale le prestazioni, prevedere i bisogni di manutenzione e instaurare un rapporto più diretto con il cliente. A rendere ancora più concrete e accessibili le testimonianze sono i numerosi momenti di networking della giornata e i laboratori pomeridiani a cura dei partner.

In un’Europa che ancora cerca la propria identità economica, la manifattura resta l’ossatura del sistema produttivo e un patrimonio da preservare. Dal Sud arriva un messaggio forte: fare industria in Italia non solo è ancora possibile, ma è indispensabile per scongiurare quella “desertificazione” evocata da Giorgetti e per costruire un futuro industriale fondato su competenza, innovazione e coraggio.

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