Illva, la Business Intelligence trasforma i dati in informazioni
La leggenda racconta che le origini del Disaronno risalgano addirittura al Rinascimento. Era il 1525 quando un boccale pieno di liquore ambrato, fragrante e delicato, venne servito al pittore Bernardo Luini. L’artista, allievo di Leonardo da Vinci, aveva ricevuto l’incarico di abbellire il Santuario di Saronno dedicato alla Madonna dei Miracoli; per realizzare la Vergine […]

La leggenda racconta che le origini del Disaronno risalgano addirittura al Rinascimento. Era il 1525 quando un boccale pieno di liquore ambrato, fragrante e delicato, venne servito al pittore Bernardo Luini. L’artista, allievo di Leonardo da Vinci, aveva ricevuto l’incarico di abbellire il Santuario di Saronno dedicato alla Madonna dei Miracoli; per realizzare la Vergine scelse come modella una locandiera del luogo e la donna in cambio gli donò la bevanda.
D’altra parte, a quell’epoca erano numerose le famiglie della zona del Varesotto che producevano liquori, digestivi e composti con proprietà curative. E tra queste famiglie c’erano anche i Reina: fu Giovanni che nel 1600 riscoprì l’antica ricetta del liquore servito a Bernardo Luini. Quella ricetta venne poi tramandata – si dice segretamente – di generazione in generazione fino agli inizi del Novecento, quando un altro Reina, Domenico, aprì un negozio laboratorio nel centro di Saronno. Era presso la Domenico Reina Coloniali che la gente poteva degustare e acquistare l’omonimo amaro.
Proprio sull’onda dell’attività artigianale, nel 1947 nacque Illva – acronimo di Industria Lombardia Liquori Vini e Affini – trasformando il Disaronno in uno dei simboli del gusto italiano, dagli Anni 60 esportato prima in Europa e poi in Usa (Washington rappresenta il primo mercato).
Oggi del negozio-laboratorio è rimasto in realtà ben poco, visto che la famiglia Reina – l’attuale Amministratore Delegato è Augusto Reina – controlla il Gruppo Illva Saronno Holding Spa, società di cui fa parte Illva Saronno insieme con altre aziende i cui business si possono identificare in bevande alcoliche, semilavorati per gelati, prodotti da forno e lenti ottiche.

Per proseguire nella lettura dell’articolo, leggi il numero di Settembre di Sistemi&Impresa.
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Categoria: Fabbrica

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