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sabato, 20 Settembre, 2025

La sicurezza ai tempi del Byod

Lavorare in mobilità è ormai una modalità piuttosto diffusa anche nelle imprese italiane. Gli strumenti utilizzati per collegarsi alle applicazioni e ai dati aziendali sono spesso quelli personali.  La sicurezza è a rischio. Ecco come affrontare il problema.   Negli ultimi anni ‘Byod’ si è trasformato anche nel nostro Paese da un acronimo (Bring your own […]
3 Febbraio 2016
Di: Redazione
3 Febbraio 2016
Lavorare in mobilità è ormai una modalità piuttosto diffusa anche nelle imprese italiane. Gli strumenti utilizzati per collegarsi alle applicazioni e ai dati aziendali sono spesso quelli personali.  La sicurezza è a rischio. Ecco come affrontare il problema.   Negli ultimi anni ‘Byod’ si è trasformato anche nel nostro Paese da un acronimo (Bring your own device) astratto, ma di moda, a qualche cosa di veramente concreto. Infatti l’uso di device mobili all’interno delle imprese è diventata una realtà diffusa in ogni tipologia e dimensione d’azienda. Ma l’utilizzo ‘misto’, aziendale e privato, di questi strumenti va governato, autorizzato e controllato, gestito con un focus specifico sulla sicurezza perché troppo alti sono i rischi legati alle informazioni aziendali che transitano su questi device. Device che sono nel mirino dei cyber-criminali, che ormai utilizzano tecniche estremamente sofisticate. Secondo una recente ricerca Microsoft-IpsosMori 2015 dal titolo ‘I dipendenti delle PMI e la tecnologia’, il 61% dei dipendenti italiani afferma di utilizzare un PC aziendale e solo il 26% un PC personale, ma se si considerano i device mobili, la situazione cambia e sono più numerosi i dipendenti che utilizzano dispositivi personali: una buona percentuale (il 40%) utilizza uno smartphone personale, il 30% un laptop personale e il 17% un tablet personale – quote che crescono tra i dipendenti che lavorano regolarmente fuori ufficio (rispettivamente 51%, 45% e 21%). Altro aspetto significativo è legato alle implicazioni in termini di sicurezza e perdita di dati, perché dalla survey emerge che solo 1 dipendente su 3 ha un back up online. Dalla ricerca emergono importanti considerazioni anche in termini di lavoro fuori sede e work-life balance. La stragrande maggioranza (93%) afferma di lavorare regolarmente o occasionalmente anche fuori dall’orario lavorativo. La maggior parte dei dipendenti delle PMI italiane in grado di lavorare fuori dall’ufficio accede al proprio lavoro da remoto con smartphone, tablet, computer attraverso un servizio cloud (52%) o da un computer di casa con connessione remota (51%). In questo Speciale presentiamo gli strumenti che il mercato mette a disposizione delle imprese per affrontare il Byod in sicurezza.   Per continuare a leggere l’articolo (totale battute: 27000 circa – acquista la versione .pdf scrivendo a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434419). I contenuti dello speciale: – Le best practice di Citrix – F-Secure: nuove sfide per la sicurezza – Fortinet, la sicurezza come enabler – Landesk: la sicurezza parte dall’e-mail – Panda Security: formare e informare – Symantec: una ‘bolla’ per isolare dati e applicazioni – Trend Micro: da difesa perimetrale a difesa dei contenuti – Raytheon-Websense: analizzare i canali d’attacco – Rendere sicuro il Byod
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