Le sei leve strategiche per ottimizzare la produttività di impianti e asset industriali


3. Flessibilità Il 74% delle aziende industriali ritiene che incrementare la propria flessibilità industriale sia una priorità dei prossimi 12 mesi e l’82% delle aziende dichiara che l’abilità di spostare in modo dinamico e flessibile parte della produzione da uno stabilimento ad un altro o di cambiare il mix di prodotto all’interno di uno stabilimento sia fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di crescita. Quindi sta diventando sempre più determinante per le aziende la flessibilità cross-stabilimento, per poter rispondere in modo efficace ad una domanda in crescita, ma che rimarrà comunque incerta e soggetta a fluttuazioni. Un elemento chiave in tal senso è l’elevato livello di consistenza e standardizzazione di tutte le dimensioni del modello operativo (processi, metriche, competenze). Vanno anche prese in considerazione nuove tecnologie come l’utilizzo delle stampanti 3D (ad esempio per la produzione di spare part, prototipi) ed il cloud, che possono contribuire ulteriormente a migliorare la flessibilità e la scalabilità in modo efficace ed efficiente. 4. Competenze delle persone La maggior parte delle aziende industriali del panel ritiene di avere dei gap di risorse con competenze critiche. Questo aspetto viene accentuato dal veloce sviluppo e adozione delle nuove tecnologie digitali, che comportano un cambiamento dei processi e dei ruoli tradizionali in stabilimento. Questa sfida viene affrontata dalle aziende industriali attraverso l’adozione di nuovi processi di gestione delle risorse umane. Infatti il 59% delle aziende industriali ha pianificato di investire nello sviluppo delle competenze e degli skill delle persone e nella crescita dei talenti in ambito produttivo. Questi nuovi processi di gestione delle risorse umane includono: – Strumenti avanzati di learning (anche attraverso video) per l’addestramento e la formazione delle risorse e lo sviluppo delle loro competenze. – L’utilizzo di metodologie tipo “Lean Six Sigma” come linguaggio comune in azienda per incrementare le competenze operative individuali e per incentivare le persone al miglioramento continuo . – Analitiche avanzate predittive per supportare gli executive nella definizione di fabbisogni di competenze critiche. – “Skill Market”con database delle persone con le loro competenze, attitudini, skill per identificare più facilmente, a fronte di nuovi fabbisogni, le risorse con l’adeguato profilo. – Sviluppo del “knowledge sharing” anche attraverso piattaforme di social media.
Il gap di risorse con competenze adeguate riguarda sia i colletti blu (ad esempio operai specializzati, esperti di manutenzione), sia i ruoli executive, di supervisione e pianificazione della produzione e dei materiali. È evidente come la tendenza in atto sia quella di una forza lavoro in ambito produttivo sempre più specializzata, con un’elevata scolarità, una facilità nell’utilizzo delle nuove tecnologie ed una formazione continua orientata allo sviluppo delle competenze mancanti.

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