Robotica industriale: macchine e algoritmi trasformeranno le aziende
Sembrano scenari futuristici, ma a ben guardare non lo sono. I robot sono già presenti nelle nostre aziende. E l’interazione uomo-macchina diventerà sempre più la normalità. Ma come si trasformeranno i posti di lavoro che oggi conosciamo? Quale l’impatto che si prevede? Ne abbiamo parlato durante la tavola rotonda Robotica industriale, l’incontro a porte chiuse […]
Sembrano scenari futuristici, ma a ben guardare non lo sono. I robot sono già presenti nelle nostre aziende. E l’interazione uomo-macchina diventerà sempre più la normalità. Ma come si trasformeranno i posti di lavoro che oggi conosciamo? Quale l’impatto che si prevede?
Ne abbiamo parlato durante la tavola rotonda Robotica industriale, l’incontro a porte chiuse tenutosi il 14 novembre nella sede di ESTE a Milano, promosso da Sistemi&Impresa, la rivista di innovazione tecnologica pubblicata da più tempo in Italia. Il report completo della tavola rotonda sulla robotica è pubblicato sul numero di Gennaio-Febbraio 2018 della rivista.
I dati in Italia sulla robotica collaborativa, secondo Andrea Maria Zanchettin, Ricercatore di Politecnico di Milano, “sono bassi rispetto al panorama internazionale, anche se lasciano ben sperare per il futuro”. Gli investimenti principali infatti riguardano ancora assemblaggio, spostamento e carico-scarico pezzo, poiché “la principale paura è che il robot in grado di collaborare con l’umano possa arrivare presto a sostituirlo”: ebbene, Zanchettin rassicura che “siamo ancora ben lontani da questa realtà”.
Tuttavia, dal punto di vista dei costi l’impiego di robot in azienda è decisamente molto competitivo. “Da una parte l’Italia è ritardo come sistema Paese”, ha analizzato il Ricercatore del Politecnico di Milano, “dall’altra esistono poca cultura e consapevolezza, soprattutto da parte delle Piccole e medie imprese”.
Richieste in aumento grazie al ritorno di investimento
La domanda che sta alla base delle richieste di robot da parte degli imprenditori è se c’è ritorno dell’investimento. Franco Codini, CEO di Evolut, ha spiegato che “nel settore Automotive il calcolo è molto rapido: nel giro di un anno è possibile riassorbire l’investimento di partenza, al massimo di due”. Il primo elemento da considerare è “se la tipologia di robot richiesta è conveniente per il nostro cliente, in termini di capacità di rispondere alle esigenze specifiche e in relazione ai costi e benefici”. Pur trattandosi di macchine molto semplici a livello di codice, poiché “richiedono una programmazione a livello di flusso che può essere effettuata da parte di chi conosce i processi”, Codini prevede che il robot collaborativo non prenderà il posto di quelli convenzionali: “Sostituirà soltanto i robot semi-collaborativi, grazie all’evidente risparmio in termini di spazio, che non sarà sprecato per le protezioni di cui solitamente necessitano le tipologie ibride, e in termini di tempo, per l’interruzione delle operazioni in presenza dell’uomo”.L’automazione sposa la via italiana all’Industria 4.0

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Categoria: Fabbrica
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