SAS Analytics Experience 2016, il nuovo valore dei Big data
Siamo di fronte a un mondo in rapida evoluzione e la tecnologia deve tenere il passo. Il messaggio lanciato dall’evento SAS Analytics Experience 2016 di Roma fa capire come i player di mercato stanno interpretando il momento per offrire gli strumenti necessari alle aziende in cerca di una bussola per il proprio business. Come il […]

Siamo di fronte a un mondo in rapida evoluzione e la tecnologia deve tenere il passo.
Il messaggio lanciato dall’evento SAS Analytics Experience 2016 di Roma fa capire come i player di mercato stanno interpretando il momento per offrire gli strumenti necessari alle aziende in cerca di una bussola per il proprio business. Come il caso di Fraport che si è affidata a SAS per la gestione dei passeggeri nell’aeroporto di Francoforte (leggi l’approfondimento). Oppure l’esempio di Bank of Moscow che ha introdotto la CRM 3.0 introducendo una forte componente digitale alla strategia di attenzione al cliente (leggi l’approfondimento).
“Ciò di cui abbiamo bisogno è una piattaforma che riunisca tutti i dati, compresi quelli frammentati che arrivano dalla Rete, per ottenere maggiore profitto”, ha spiegato Carl Farrell, Executive Vice President e Chief Revenue Officer di SAS dando inizio alla giornata in cui si è declinato il tema della “cultura degli Analytics” considerata la “guida la trasformazione digitale”.
Un momento dell’apertura di Analytics Experience 2016 di Roma
Fritz Lehmen e Randy Guard sul palco di Analytics Experience 2016
Jim Zemlin, Presidente di Linux Foundation
“Siamo entrati nella nuova era dello sviluppo del software”, ha esordito Jim Zemlin, presidente di Linux Foundation (“Linux è il software di maggior successo della storia dell’informatica”), che ha spiegato come “l’open source è la nuova ‘norma’ per lo sviluppo dei prodotti”, tanto che oggi “guida l’innovazione” (si è ribaltato lo scenario tra open source e soluzioni proprietarie). “L’open source ha ridefinito un nuovo rapporto con i clienti, creando una relazione diretta tra il software consumer e lo sviluppatore”, ha continuato Zemlin. Precisando come oggi le “aziende che non investono in questa tecnologia e non condividono queste innovazioni non saranno in grado di competere e resteranno indietro rispetto ai competitor”. Ma le imprese sono pronte per affrontare tutto questo? Lo devono essere, “Pmi comprese”, cui è richiesto di “sviluppare una strategia corporate di open source”, ha concluso Zemlin.David Shing, AOL’s Digital Prophet
“La parola più usata nell’IT nel corso dell’ultimo anno è stata disruption”, è stato uno dei messaggi lanciati da David Shing, AOL’s Digital Prophet. Che ha poi chiarito come non si dovrebbe parlare di Internet delle cose, ma di “Internet delle emozioni”: “Servono capacità predittive per seguire i comportamenti umani, per capire le abitudini delle persone e soddisfare i loro bisogni senza imporli”.Categoria: Fabbrica

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