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giovedì, 18 Settembre, 2025

Formazione digitale per colmare distanze e gap di competenze

I cambiamenti organizzativi nelle aziende legati all’emergenza coronavirus sono destinati a continuare anche dopo la fine della pandemia. Con questa consapevolezza, le imprese sono chiamate a ripensare le proprie attività a lungo termine. In questo contesto, la digitalizzazione rappresenta la chiave per consentire la prosecuzione dei processi e il loro sviluppo futuro. Ne è un […]
22 Aprile 2020
Di: Gabriele Perrone
22 Aprile 2020
I cambiamenti organizzativi nelle aziende legati all’emergenza coronavirus sono destinati a continuare anche dopo la fine della pandemia. Con questa consapevolezza, le imprese sono chiamate a ripensare le proprie attività a lungo termine. In questo contesto, la digitalizzazione rappresenta la chiave per consentire la prosecuzione dei processi e il loro sviluppo futuro. Ne è un esempio la strategia di L&P, società di consulenza con sede a Brescia, operante su tutto il territorio nazionale che si occupa di formazione del personale, ricerca e selezione di nuovi candidati, consulenza di carriera e diagnostica delle competenze tramite un innovativo strumento digitale, con clienti soprattutto tra gli istituti di credito. “Appena è scoppiata l’emergenza sanitaria, abbiamo adottato immediatamente lo Smart working”, racconta Ettore Fareri, Amministratore Unico di L&P, con una lunga carriera alle spalle nel settore bancario. “Abbiamo utilizzato questa modalità lavorativa sia per una ‘manutenzione’ di attività operative dimenticate e ora riprogrammate, sia per proseguire attività di carattere digitale”.

Moduli di apprendimento personalizzati

Se da un lato si sono necessariamente fermate la ricerca di candidati (che ha bisogno di un impatto personale forte) e la formazione d’aula, dall’altro la società ha puntato sulla digitalizzazione per effettuare attività di apprendimento tramite video e altri materiali didattici interattivi (pur perdendo l’empatia tipica delle situazioni personali in aula). “In particolare, la nostra attività di diagnostica e rilevazione delle competenze prosegue, grazie all’utilizzo di serious game (videogiochi formativi) e di moduli di apprendimento digitali personalizzati per ogni utente”, racconta Fareri. Attraverso questi strumenti digitali “è possibile individuare gli eventuali gap di competenze e ottenere dal sistema, tramite appositi algoritmi, un percorso formativo personalizzato per colmare le carenze emerse”. Gli algoritmi analizzano, infatti, conoscenze, comportamenti organizzativi ed esperienze professionali, per poi restituire un feedback formativo ad hoc per ogni persona. “Le aziende possono personalizzare gli indicatori dei moduli formativi, che sono in grado di descrivere in modo preciso il livello di competenze dei dipendenti”, consentendo ai manager di prendere decisioni supportate dai dati.

I vantaggi dei serious game per dipendenti e aziende

Un’altra iniziativa digitale dell’azienda è #oggimisentosmart. “Inizialmente era nata per far conoscere i nostri canali social e per spronare i dipendenti sul tema dello Smart working, poi è diventato un contest aperto a tutti con un premio finale”, racconta Arianna Fareri, Consulente e Responsabile delle attività legate a Gamelearn, produttrice spagnola di serious game di cui L&P è rivenditrice. “Chiediamo di pubblicare su Instagram le foto delle postazioni di Smart working, taggando, se possibile, l’azienda per cui si lavora. La foto che guadagnerà più like sarà la vincitrice del contest. In palio, per il vincitore, un serious game a scelta firmato Gamelearn, mentre l’ufficio HR dell’azienda avrà la possibilità di vedere e testare la dashboard di controllo di un serious game da cui è possibile scaricare dati ed effettuare analisi”. Il vantaggio di questo tipo di digitalizzazione della formazione è duplice: per i dipendenti e per le aziende. “I dipendenti apprendono nuove competenze con modalità innovative, mentre l’azienda può conoscere meglio gli strumenti formativi legati allo studio dei dati, attraverso una dashboard di controllo che permette di vedere i risultati e i punteggi ottenuti, così da poter prendere decisioni supportate dai numeri”. Le distanze tra le persone, che continueranno anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria, renderanno “ancora più necessari questi strumenti innovativi”, sostiene Ettore Fareri. “In Italia i serious game non sono ancora molto diffusi, a differenza di altri Paesi, ma le aziende stanno comprendendo come la formazione su temi ‘classici’, come leadership, negoziazione e gestione del tempo, possa creare curiosità e impegno delle persone, se riproposta in una chiave diversa, interattiva e anche divertente”.
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