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mercoledì, 17 Settembre, 2025

Il post Covid come occasione per riequilibrare la differenza di genere

La donna tiene in braccio un bambino, l’uomo invece lavora davanti al pc. Con buona pace delle donne che, durante l’emergenza coronavirus, hanno cercato di barcamenarsi tra Smart working e cura dei figli. L’immagine scelta dall’App Immuni è diventata in poche ore un caso – anche politico, dopo l’intervento della Ministra per le Pari Opportunità […]
4 Giugno 2020
Di: Giorgia Pacino
4 Giugno 2020
La donna tiene in braccio un bambino, l’uomo invece lavora davanti al pc. Con buona pace delle donne che, durante l’emergenza coronavirus, hanno cercato di barcamenarsi tra Smart working e cura dei figli. L’immagine scelta dall’App Immuni è diventata in poche ore un caso – anche politico, dopo l’intervento della Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti – tanto da spingere i curatori dell’App a sostituirla. La nuova illustrazione è a ruoli invertiti: lei al computer, mentre lui culla il bambino. La gestione delle politiche sociali nell’era del Covid-19 conferma un dato tristemente noto: le mamme sono ancora considerate gli ammortizzatori sociali del nostro tempo. Nella fase di emergenza economica innescata dalla pandemia, le donne sono quelle che hanno visto crescere più rapidamente la curva dei posti di lavoro persi. Non solo perché ricoprono più spesso degli uomini incarichi part-time, tra i primi a essere cancellati, ma anche perché lavorano in alcuni tra i settori più colpiti dalla crisi. Eppure, senza le donne, una vera ripartenza non sembra possibile. In Canada, dove le donne rappresentano quasi la metà della forza lavoro, la ripresa economica è considerata matematicamente impossibile senza il loro ritorno al lavoro. Ecco perché i funzionari federali sono al lavoro per trovare delle soluzioni, nell’ambito delle misure messe in campo per la fase 2, che permettano alle donne di guadagnare di più e di ottenere posti di lavoro più sicuri. Nei mesi di marzo e aprile 2020, hanno perso il posto di lavoro 1,5 milioni di donne canadesi, con un calo vertiginoso dell’occupazione femminile pari al 17% rispetto ai dati di febbraio. Le mamme canadesi portano a casa il 40% del reddito familiare. Ottawa intende, quindi, evitare che l’assenza di alternative per la cura dei figli costringa a casa una parte importante dell’economia del Paese, causando quella che è stata già ribattezzata la she-cession” dal mondo del lavoro. “L’accesso a un impiego qualificato rappresentava già una sfida prima del Covid-19 e non possiamo permetterci di perdere le donne che scelgono di lavorare perché mancano forme di assistenza all’infanzia accessibili e di alta qualità. Tutto ciò sarà fondamentale per la ripresa economica del Paese”, ha detto Maryam Monsef, Ministra per le Donne e l’Uguaglianza di genere del Governo Trudeau. Fonte: Canada’s National Observer
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