Il futuro della democrazia e il nuovo ruolo dell’Occidente
La risorsa più scarsa dopo la pandemia non saranno i semiconduttori, le terre rare, il petrolio o la salute. Sarà la fiducia. A scriverlo sono gli analisti del National Intelligence Council (Nic), organismo di analisi e previsione del sistema di sicurezza degli Stati Uniti. E lo conferma Gianluca Ansalone, manager del settore farmaceutico, nel suo […]

La risorsa più scarsa dopo la pandemia non saranno i semiconduttori, le terre rare, il petrolio o la salute. Sarà la fiducia. A scriverlo sono gli analisti del National Intelligence Council (Nic), organismo di analisi e previsione del sistema di sicurezza degli Stati Uniti. E lo conferma Gianluca Ansalone, manager del settore farmaceutico, nel suo libro Geopolitica del contagio. Il futuro delle democrazie e il nuovo ordine mondiale dopo il Covid-19 (Rubbettino, 2021). La pandemia ha spezzato drammaticamente il senso di fiducia nelle comunità occidentali, cancellando il positivismo tipico delle democrazie liberali di mercato. “Ma non è un cigno nero. Già prima della pandemia eravamo immersi in cambiamenti strutturali che abbiamo fatto fatica a cogliere o che abbiamo preferito non vedere”, scrive l’autore.
Per Ansalone la guerra al Covid-19 è appena iniziata e le sue conseguenze andranno ben oltre l’imminente sconfitta del virus. Dopo gli anticorpi nel nostro organismo, dovremo occuparci degli anticorpi della nostra democrazia, di “un vaccino politico e civile” contro i pericoli della violenza, della profanazione, dell’autoritarismo, dell’implosione sociale. Il tema del libro, come scrive il politico e giornalista Gianni Letta nella prefazione, è proprio la fotografia geopolitica del globo nell’anno secondo della pandemia: “Uno sguardo sul mondo che cambia con l’occhio esperto di uno studioso e l’esperienza del manager”.
Il rapporto tra scienza e politica e quello tra scienza e cittadini saranno probabilmente i termometri più importanti per testare la capacità reattiva delle democrazie di fronte allo shock. “Le autocrazie non hanno bisogno di chiarire i rapporti tra i due binomi, le democrazie sì. Ed è su questo tema che le nostre comunità dovranno investire la maggior parte delle energie e delle risorse”, è il pensiero dell’autore, per cui le conseguenze più rilevanti del Covid le vedremo probabilmente sul piano sociale, politico e forse perfino psicologico. “Senza fiducia non ci sono consumi e non c’è crescita; senza fiducia non c’è innovazione e dunque il vantaggio competitivo dell’Occidente rischia di essere messo in discussione irreversibilmente”.
Il volume vuole essere un contributo alla comprensione e alla ricerca di un filo rosso che lega i tornanti della storia recente, per decifrare il senso di smarrimento dilagante. Lo fa analizzando inizialmente il mondo prima della pandemia, poi la sua geopolitica e i vari tipi di leadership a cui abbiamo assistito nella gestione della crisi: negazionista, compassionevole o autoritaria. Il libro si conclude con uno sguardo di speranza al mondo dopo il Covid: “il successo della scienza nella corsa al vaccino è una notizia positiva anche sotto il profilo strategico: vuol dire che l’Occidente ancora molto da dire e da fare”, scrive Ansalone. Per l’autore è il momento di riportare al centro il valore della competenza e la capacità di cogliere e affrontare la complessità, ricucendo il rapporto di fiducia tra politica, scienza, cittadini e imprese.
Categoria: Libri per il management, Scenari macroeconomici

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