La killer question della selezione: quali finestre hai aperto nel browser?
Il talento è una questione di intelligenza o di personalità? Perché alcuni individui particolarmente dotati riescono a emergere e altri no? Come valorizzare le potenzialità delle minoranze? Quanto conta il contesto in cui agiamo? Queste sono solo una piccolissima parte delle domande che si sono posti l’economista Tyler Cowen e l’imprenditore Daniel Gross (attivo nel […]

Il talento è una questione di intelligenza o di personalità? Perché alcuni individui particolarmente dotati riescono a emergere e altri no? Come valorizzare le potenzialità delle minoranze? Quanto conta il contesto in cui agiamo? Queste sono solo una piccolissima parte delle domande che si sono posti l’economista Tyler Cowen e l’imprenditore Daniel Gross (attivo nel venture capital e nel mondo startup) prima di scrivere il libro dal titolo Talento – Come scovare le persone vincenti, creative e piene di energia positiva (Egea, 2022), che mira a trasformare, o a creare, un’organizzazione e rendere migliori tutti coloro che ci lavorano.
Gli autori, che vivono negli Stati Uniti, partono dalla propria esperienza come selezionatori di candidati, condividendo consigli pratici su come andare al di là dei cliché di cui sono infarciti i colloqui tradizionalmente strutturati (su tutti la domanda: “Dove ti vedi tra cinque anni?”). Il loro quesito preferito per rompere gli schemi, invece, è: “Quali finestre tieni aperte sul tuo browser in questo momento?”. Questo, secondo gli autori, sarebbe un tentativo di superare i filtri e le barriere precostituite per conoscere qualcosa di ‘vero’ del soggetto di fronte a noi, ovvero le abitudini intellettuali, le curiosità e il modo in cui è utilizzato il proprio tempo libero: “Perché quando si cerca il talento, ormai è noto, l’intelligenza non basta”, scrivono Cowen e Gross.
Il talento nasce da un insieme di fattori
Per affermarlo i due autori si soffermano su numerosi studi scientifici condotti in epoche e Paesi diversi, ma che giungono a conclusioni simili: non sono i punteggi di quoziente intellettivo (QI) – molto in voga negli Stati Uniti – a fare la differenza più marcata durante una carriera lavorativa; sono invece decisivi altri fattori, come la personalità o la perseveranza. “Probabilmente per molti talenti vale il cosiddetto ‘modello moltiplicativo’ del successo, in base al quale serve una combinazione piuttosto stretta di caratteristiche diverse: le variabili che segnalano la presenza particolarmente marcata di determinate capacità si rafforzano in qualche modo a vicenda, generando un potente effetto complessivo”, riflettono Cowen e Gross. Per arrivare ai massimi livelli come compositore di musica classica, per esempio, probabilmente servirà una miscela di abitudini lavorative, genio musicale, abilità pianistica, abilità orchestrale, tenacia e, infine, provenienza da un importante centro musicale mitteleuropeo. Se tutte queste caratteristiche sono presenti, è possibile che producano un risultato straordinario, come Mozart o Beethoven. Ma se manca anche solo uno di quei tratti, il successo non arriverà: “Il genio musicale senza le giuste abitudini lavorative rischia di produrre un brillante improvvisatore che non prenderà mai carta e penna per comporre una sinfonia che lasci davvero il segno”. Il testo spiega anche come valorizzare al meglio le qualità di ognuno a seconda dell’ambiente, organizzando e gestendo il talento all’interno di un gruppo. E suggerisce come individuare e portare alla luce i talenti di coloro che – per un motivo o per l’altro – ancora faticano più del dovuto ad affermarsi sul mercato del lavoro (per esempio donne, minoranze etniche o persone con disabilità). “Che siate alla ricerca del talento o che desideriate di essere cercati, trovati e scoperti, esistono molte informazioni, evidenze scientifiche e buone prassi che possono aiutarvi a centrare l’obiettivo che state inseguendo”, è il messaggio del libro.Categoria: Libri per il management

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