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mercoledì, 17 Settembre, 2025

Le persone vogliono davvero essere al centro?

“Persone al centro” non è uno slogan o una tendenza momentanea, ma l’esperienza concreta di Augusto Mitidieri. Il manager, con un’esperienza ventennale in posizioni apicali all’interno di un’azienda farmaceutica svizzera (oggi è Presidente e CEO di Amis Consulting, società di consulenza strategica) ha ideato e realizzato un modello organizzativo definito ‘umanocentrico’, perché capace di mettere […]
22 Maggio 2024
Di: Alessia Stucchi
22 Maggio 2024
Mitidieri
“Persone al centro” non è uno slogan o una tendenza momentanea, ma l’esperienza concreta di Augusto Mitidieri. Il manager, con un’esperienza ventennale in posizioni apicali all’interno di un’azienda farmaceutica svizzera (oggi è Presidente e CEO di Amis Consulting, società di consulenza strategica) ha ideato e realizzato un modello organizzativo definito ‘umanocentrico’, perché capace di mettere la felicità e il rispetto dei collaboratori al primo posto dei pensieri dell’azienda. Il modello è spiegato nel libro Persone al centro. Davvero (ESTE, 2024) scritto con Stefano Antonelli, che ha collaborato con Mitidieri per la realizzazione dell’organizzazione umanocentrica quando ricopriva il ruolo di HR Advisor (oggi è docente di Human Resources Management all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) e con Paola Caravà, HR Advisor e Learning&Development Consultant. Il punto di partenza per arrivare alla visione umanocentrica, è considerare, come sostenuto nel libro, quattro requisiti fondamentali dell’organizzazione. In primis, la proprietà dell’azienda deve credere nel modello e puntare al lungo periodo: “Se l’orizzonte si limita al quarter finanziario, non ci sono le condizioni per effettuare un’organizzazione davvero umanocentrica”, riflettono gli autori. Inoltre, la dimensione media dell’azienda facilita il percorso e, in terzo luogo, il management deve valorizzare il lavoro e le qualità dei collaboratori. Infine, deve essere chiaro che la passione delle persone è il motore dell’innovazione e dei risultati aziendali. È da questi capisaldi che si può iniziare il percorso di definizione della strategia dell’organizzazione. Un cammino che deve coinvolgere più figure: “Se la strategia è la linea di cambiamento verso il futuro, tutti gli attori di impresa devono esserne protagonisti. Conoscere la strategia, discuterla in lungo e in largo in ogni punto dell’impresa e farla propria, sono gli elementi essenziali affinché tutta l’azienda sia innovativa”, considerano gli autori. L’innovazione si può concretizzare in due modalità secondo il manager: incrementale, quindi un miglioramento continuo, oppure in modo radicale.

Rispetto e sorriso, i valori del leader umanocentrico

Gli autori hanno successivamente immaginato il punto di arrivo costituito dall’organizzazione umanocentrica, in cui profitto e felicità hanno pari dignità. L’elemento fondante è che i capisaldi valoriali dell’organizzazione non sono flessibili, ma mandatori; quindi, devono essere obbligatoriamente corrisposti nelle azioni quotidiane dei collaboratori: “La quotidianità dà il senso ai valori della cultura di impresa: stare bene in azienda è un obiettivo di tutti e di tutti i giorni”. Per concretizzare il modello e la strategia, ognuno deve interpretare le caratteristiche di un “leader umanocentrico”. In particolare, ognuno deve avere passione in ciò che fa, essere coinvolto nei processi e coinvolgere, a sua volta, i colleghi, avere fiducia nella squadra ed essere competente nella propria mansione. Inoltre, deve mostrare rispetto verso gli altri e mantenere un certo atteggiamento positivo: “Il sorriso è un modo di essere e di vivere l’impresa. Un modo di porsi, che scavalca i pregiudizi e pettegolezzi per mettere in primo piano il bello delle relazioni”. L’organizzazione deve, quindi, valorizzare le persone ponendole al centro, ma allo stesso tempo i collaboratori, attraverso le loro attività e modo di essere, devono dimostrare di voler essere messi al centro. Un rapporto biunivoco che, come riporta il libro, è sempre più chiesto dalle nuove generazioni, che ricercano un significato del proprio contributo, così come di crescere e di vivere in un ambiente lavorativo positivo. “È molto semplice in fondo: le persone giuste, gestite nel modo giusto e nell’ambiente giusto. Non è forse questo il presupposto fondamentale per vivere bene insieme, essere competitivi e ottenere risultati?”, commentano gli autori del libro. Il volume con le sue riflessioni e spunti offre gli strumenti chiave per arrivare a questo risultato così ‘semplice’ in teoria, ma impegnativo da concretizzare.
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