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giovedì, 18 Settembre, 2025

Tendere verso l’azienda eccellente

Il problema principale del sistema industriale italiano è la bassa produttività, ed è anche per questo che il Pil non cresce e l’occupazione va male. La crisi dell’industria italiana, infatti, non è arrivata nel 2020 e non è tutta colpa del Covid. Lo sostengono Massimo Moreschi, Maurizio Pedrelli e Alessandro Rolla nel libro Sostenere il […]
20 Gennaio 2021
Di: Elisa Marasca
20 Gennaio 2021
Il problema principale del sistema industriale italiano è la bassa produttività, ed è anche per questo che il Pil non cresce e l’occupazione va male. La crisi dell’industria italiana, infatti, non è arrivata nel 2020 e non è tutta colpa del Covid. Lo sostengono Massimo Moreschi, Maurizio Pedrelli e Alessandro Rolla nel libro Sostenere il miglioramento continuo. Come tendere verso l’azienda eccellente (ESTE). Evidenziando i problemi e indicandone la soluzione, gli autori si propongono di aiutare le imprese a superare i momenti critici e a rilanciare il miglioramento continuo con l’approccio più adatto alla propria realtà. L’Italia, infatti, è il secondo Paese manifatturiero in Europa dopo la Germania, ma il confronto fra le due nazioni in termini di produttività delle imprese è impietoso: secondo i dati Ocse, dal 1995 al 2018 la produttività in Italia, espressa come Pil per ora lavorata, è cresciuta su base annua dello 0,3%, rispetto all’1,6% della Germania. Cosa c’è dietro al crollo della produttività del lavoro del capitale? Gli autori indicano fattori esogeni legati alla burocrazia, all’eccessiva tassazione sul lavoro, ai malfunzionamenti di larga parte dei servizi pubblici su cui la singola impresa non è in grado di influire. Tuttavia, a disposizione delle imprese esistono anche leve che restano ancora largamente sottoutilizzate, per esempio il miglioramento continuo. Questo si basa sullo sviluppo organizzativo e sulla creazione delle condizioni che facilitano l’apprendimento e la diffusione delle best practice (learning organization): è una delle leve più efficaci che hanno a disposizione le aziende per incrementare la produttività, perché le spinge ad adottare metodologie e modelli organizzativi (quali la Lean, la Six Sigma, il World class manufacturing, la Theory of constraints – TOC e così via) che portano a incrementare la soddisfazione dei clienti e a ridurre al minimo le risorse impiegate.

Il miglioramento continuo ha a che fare con il mindset

Nella prefazione al testo Luca Manuelli, Chief digital officer di Ansaldo Energia e Presidente di Cluster Fabbrica Intelligente, sostiene che scrivere un libro in una fase critica e incerta come quella che stiamo affrontando per superare l’emergenza Covid rappresenta sicuramente un fatto rimarchevole: “ancora di più quando il tema principale riguarda il miglioramento continuo e come sostenerlo nel tempo per tendere verso l’azienda eccellente”, si legge. Il libro è basato sulle lezioni apprese da numerosi casi aziendali vissuti in aziende grandi e piccole, raccontati con un linguaggio colloquiale. Il messaggio è che per favorire un’applicazione più ampia del miglioramento continuo nel mondo industriale, consistente e sostenibile nel tempo, occorre lavorare a tutti i livelli dell’organizzazione sul mindset, sui processi, sulle tecnologie e sulle competenze necessarie. Il testo si articola infatti in due parti: nella prima sono riportate le esperienze lavorative che gli autori hanno vissuto descritte in forma romanzata, e si conclude con una lista riassuntiva di lezioni apprese sul campo. La lista è ripresa nella seconda parte del libro per configurare uno schema di proposte mirate a sostenere il miglioramento continuo nel tempo. Nell’allegato, invece, sono riassunte le caratteristiche dei più diffusi modelli organizzativi di riferimento e delle principali metodologie di approccio al miglioramento continuo per verificarne le comunanze, le differenze e le eventuali complementarietà.
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