Il potere logora… chi non sa gestirlo
Il potere è un elemento costitutivo delle relazioni umane, da un lato, e delle strutture organizzate, dall’altro. Questo è l’assunto del libro Fate pace con il potere (Egea, 2024) di Luca Baiguini, Docente di People Management and Organization alla School of Management del Politecnico di Milano, che, lasciando da parte atteggiamenti polemici e preconcetti, cerca […]

Il potere è un elemento costitutivo delle relazioni umane, da un lato, e delle strutture organizzate, dall’altro. Questo è l’assunto del libro Fate pace con il potere (Egea, 2024) di Luca Baiguini, Docente di People Management and Organization alla School of Management del Politecnico di Milano, che, lasciando da parte atteggiamenti polemici e preconcetti, cerca di esplorare il potere e le sue caratteristiche. “Con questo messaggio così sintetico non intendo dire, ovviamente, che ci si deve rassegnare passivamente alle conseguenze che un uso degenerato del potere può portare in una relazione, in un gruppo, in un’organizzazione o persino in una società. La differenza la fanno le finalità con cui uno strumento è utilizzato, prima ancora che lo strumento stesso”, scrive l’autore.
La prima parte del libro propone un sistema di classificazione delle diverse forme del potere, dei loro elementi costitutivi e dei modi di manifestarsi. Il punto di partenza è, però, la definizione di potere: “è la capacità di un attore sociale (A) di determinare la condotta di un altro attore sociale (B) dovuta a una disparità di risorse in favore di colui che determina la condotta stessa”, è scritto nel libro. Il potere può, quindi, esprimersi in molteplici rapporti, anche in campi molto diversi – medico e paziente, direttore e collaboratore – e può essere distribuito in modo differente all’interno dell’organizzazione, per esempio l’HR Manager ha potere solo sulla sua sfera di competenza.
Definito il potere, la seconda parte del libro condivide le strategie di acquisizione di esso e pone le basi di un suo utilizzo efficiente. La via corretta è, in definitiva, una: utilizzare un corretto mix tra potere coercitivo (la forza), potere economico (le risorse materiali) e leadership (risorse simboliche); fare leva sulla corretta modalità tra intenzione manifesta e intenzione velata; consolidare il potere attraverso la trasformazione in autorità, quindi una legittimazione; comunicare in modo corretto i propri interessi.
Potere e leadership sono complementari
Il potere, però, negli ultimi anni, ha assunto un significato negativo, associato a una dinamica di controllo e sottomissione, per questo nella terza parte Baiguini delinea le motivazioni che hanno portato ad alimentare la cattiva fama, differentemente dalla leadership. “Una delle confusioni che più frequentemente si incontra è quella che sovrappone la differenza tra potere coercitivo (e in un certo senso anche economico) e leadership con quella tra direttività e partecipazione, per cui l’esercizio di potere si traduce automaticamente in un comportamento direttivo, mentre la leadership sarebbe quasi per definizione di tipo partecipativo”, analizza l’autore. La tesi dell’autore, proposta nella quarta e ultima parte del libro, è che leadership ed esercizio del potere non devono essere visti come concetti e strategie contrapposti, ma piuttosto complementari. “La leadership è una forma di potere perché si fonda sugli stessi meccanismi (il tentativo di un soggetto A di determinare le condotte di un soggetto B in virtù di una disparità di risorse). Che queste risorse siano di carattere simbolico rende sì la leadership una forma di potere particolare, ma certamente non fondamentalmente diversa dalle altre”, commenta l’autore. Con le proprie luci ed ombre, anche la leadership è uno strumento: assume le caratteristiche di chi lo maneggia.Categoria: Libri per il management

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