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mercoledì, 17 Settembre, 2025

Correre a favore di camera

Ho già raccontato la mia prima mezza maratona. Era il 2017 e avevo scelto la Stramilano – gara per eccellenza della mia città – per confrontarmi con i 21,097 chilometri. Ma non era certo la prima volta che vestivo il pettorale di quella competizione. In occasione del prossimo trasloco, nella cantina dei miei genitori, in […]
27 Febbraio 2021
Di: Dario Colombo
27 Febbraio 2021
Stramilano_foto
Ho già raccontato la mia prima mezza maratona. Era il 2017 e avevo scelto la Stramilano – gara per eccellenza della mia città – per confrontarmi con i 21,097 chilometri. Ma non era certo la prima volta che vestivo il pettorale di quella competizione. In occasione del prossimo trasloco, nella cantina dei miei genitori, in uno scatolone ormai dimenticato, è riemerso un ritaglio del Corriere della Sera datato 1996. Ricordo ancora quando mi misi a ritagliare il giornale, dopo che mio padre – entusiasta – aveva comprato almeno tre copie del quotidiano per distribuirle ai parenti. In prima pagina dell’edizione nazionale il Corsera aveva pubblicato la classica foto della partenza della Stramilano (quella dei ’50mila’) e nell’immagine, proprio in prima fila c’ero io, insieme con un amico di famiglia che aveva partecipato alla manifestazione. Mio padre – per la legge del contrappasso – era nascosto dal testone di un altro partecipante: ho sempre pensato fosse la giusta ‘punizione’ per avermi orientato la testa, in modo un po’ troppo brusco per i miei gusti, verso gli obbiettivi dei fotografi. E così, seppur grazie a lui, io ho il volto a favore di camera, mentre di mio padre si vede a malapena la fronte… All’epoca non c’erano gli smartphone e quindi dovetti aspettare una settimana per portare, tutto orgoglioso, il ritaglio al mio amico – il figlio dell’amico di famiglia che correva con noi – che aveva saltato la Stramilano per prepararsi a una verifica di chissà quale materia. Mi fa sorridere che oggi, dopo il aver ritrovato il reperto storico, mia madre lo abbia fotografato e condiviso con me via WhatsApp con un clic. Con buona pace di quell’attesa che ha caratterizzato le generazioni che hanno preceduto quelle dei nativi digitali. Nonostante siano passati tanti anni da quella Stramilano, ricordo che accennammo una corsa per appena 200-300 metri; dopo appena cinque minuti dalla partenza eravamo in un bar a fare colazione! Come vuoi correre dopo cappuccio e briosche? Fu quindi una lunga passeggiata per le vie di Milano, che ci consentì di vivere la manifestazione come una festa. Sono quasi due settimane che sono fermo a causa del rispetto della quarantena fiduciaria. Ma confesso di non aver sofferto come in altre occasioni lo stop. Senza gare all’orizzonte – o quanto meno da voler correre – è difficile trovare la motivazione. Forse, ripensando a quel ritaglio di giornale potrei riscoprire la gioia di correre.
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