I manager alla prova dell’incertezza
Questa situazione amplifica una condizione ormai consueta per ogni manager di organizzazioni complesse. Situazioni straordinarie mettono alla prova chi oggi è chiamato a dare risposte, linee guida e direzioni chiare a team più o meno estesi. Il tutto amplificato dalla responsabilità di non mettere a repentaglio la salute individuale e collettiva. Cercare di cogliere beneficio […]

Questa situazione amplifica una condizione ormai consueta per ogni manager di organizzazioni complesse. Situazioni straordinarie mettono alla prova chi oggi è chiamato a dare risposte, linee guida e direzioni chiare a team più o meno estesi. Il tutto amplificato dalla responsabilità di non mettere a repentaglio la salute individuale e collettiva.
Cercare di cogliere beneficio da situazioni poco definite o addirittura sconosciute è quello che ci auspichiamo cercando di far diventare le nostre organizzazioni “antifragili” per citare Nicholas Taleb e trarre beneficio dalle discontinuità e dagli choc per crescere e svilupparsi anche quando si è esposti a mutevolezza e disordine.
La vista bifocale dei manager deve dare seguito a una presa di decisione chiara e netta sul breve termine con una buona capacità di aprirsi ai diversi scenari possibili, sapendo fare selezione e sintesi di dati e informazioni diverse. La psicologia sociale approfondisce il tema del decision making come strettamente connesso al ragionamento probabilistico, che oggi più che mai ha molti dati sui quali basarsi, talvolta di difficile interpretazione.
In situazioni ad alto impatto emotivo come quelle che riguardano la salute e situazioni di vero o presunto impatto sui bisogni primari, il ragionamento probabilistico è influenzato da euristiche e quindi soggetto a errori e bias cognitivi che ci fanno sovrastimare o sottostimare informazioni e dati.
Nell’incertezza e in situazioni di rischio, psicologi come Daniel Kahneman e Amos Tversky sottolineano come l’aspetto razionale venga meno e le persone ragionino secondo un modello euristico. Inoltre la probabilità di un esito negativo – o addirittura catastrofico – amplificano quello che viene chiamato il “marcatore somatico di Domasio” che fa propendere verso decisioni cautelative e difensive.
Un manager deve far leva su un mindset capace di liberarsi da euristiche e bias e che sappia prendere decisioni coraggiose (perché per andare contro le proprie paure e quelle degli altri ci vuole grinta!) e guidare verso un nuovo scenario il proprio team.
* Valentina Marmiroli, Methodos Italia Senior Manager, Head of Leadership for Change Practice
Categoria: Organizzazione

Addio a Giorgio Armani, Re della moda
È morto oggi, a 91 anni, Giorgio Armani, figura di riferimento nel mondo dell’alta moda e padre dell’omonima maison, fondata esattamente 50…

Turani, l’ex Direttore Editoriale della ESTE nel Famedio di Milano
È stato Vicepresidente e Direttore Editoriale della casa editrice ESTE (l’editore anche del nostro quotidiano). E ora è stato inserito nel…

ESTE+, la nuova dimensione della crescita professionale
Oltre 60 anni di esperienza nella produzione di contenuti di cultura d’impresa al servizio di imprenditori e manager. Dalla fine degli Anni…

App ESTE, un grande successo di pubblico
In pochi mesi dal lancio di aprile 2023, l’App ESTE ha già raggiunto numeri notevoli: 41mila schermate visualizzate, circa 700 download e 2mila…