Il modello Montessori per i nuovi leader
Negli ultimi anni abbiamo riscoperto quanto la leadership efficace non sia solo una questione di strategia, ma di relazione, autonomia e fiducia. Eppure, più guardiamo ai modelli organizzativi moderni – dallo human-centered design al servant leadership fino alla learning organization – più ci accorgiamo che molte di queste idee erano già racchiuse, un secolo fa, nel pensiero di Maria Montessori.
Nata per rivoluzionare l’educazione dei bambini, la pedagogia montessoriana oggi trova riscontri sorprendenti anche nella gestione delle persone e nelle organizzazioni complesse. Diversi studi scientifici e manageriali ne confermano la validità, suggerendo che le aziende che adottano principi montessoriani migliorano benessere, autonomia e performance dei loro team.
Dall’autonomia al coinvolgimento
Per Montessori, la libertà di scelta e l’auto-direzione non sono anarchia, ma il terreno su cui cresce la responsabilità. Lo stesso vale nel lavoro: la Self determination theory dimostra che quando un’organizzazione sostiene l’autonomia, la competenza e le relazioni autentiche, la motivazione diventa più profonda e sostenibile. In termini pratici: dare alle persone obiettivi chiari, ma lasciarle libere nei modi di raggiungerli, aumenta l’energia, la creatività e l’adesione ai valori aziendali.
C’è poi l’ambiente. Nelle scuole Montessori, tutto è progettato per ‘insegnare da sé’: spazi ordinati, strumenti intuitivi, materiali auto-correttivi. È il concetto di ambiente preparato, che nel mondo del lavoro si traduce in processi visivi, strumenti semplici e contesti che non obbligano a chiedere continuamente permesso per agire. Le metodologie lean – dal visual management al sistema 5S – nascono su principi simili: quando il contesto è chiaro, le persone diventano più autonome e il management può limitarsi ad accompagnare, non a controllare.
Rispetto alla concentrazione, Montessori insisteva sui lunghi cicli di lavoro ininterrotto, in cui i bambini si immergono completamente in ciò che fanno. Oggi, la Psicologia del lavoro chiama questo stato flow: immersione totale, chiarezza degli obiettivi, feedback immediato. Le ricerche più recenti (si veda il caso di quelle di Fullagar e Kelloway, 2023) mostrano che il flow aumenta produttività e soddisfazione. In azienda, significa creare momenti protetti di concentrazione, senza meeting o notifiche, e assegnare sfide commisurate alle competenze.
Il manager come guida, non come capo
Nelle classi montessoriane, l’adulto non è un’autorità che impone, ma un osservatore che prepara, facilita e interviene solo quando serve. Questo ruolo si ritrova oggi nella leadership di servizio e nel coaching management: manager che si assumono la responsabilità dell’ambiente più che delle persone, creando le condizioni perché ognuno dia il meglio di sé. Come scrive la ricercatrice Bennetts: “Montessori non insegna cosa fare, ma come essere leader”.
In merito all’errore, si ricordi che nei materiali Montessori, è parte del processo di apprendimento: ogni strumento è costruito per mostrare subito dove si sbaglia. In azienda, lo stesso principio si ritrova nella cultura del Kaizen e nella sicurezza psicologica studiata da Amy Edmondson (Harvard Business School). Quando le persone si sentono libere di segnalare un problema o sperimentare senza paura di punizioni, l’organizzazione impara più velocemente e innova di più.
L’apprendimento montessoriano avviene ‘insieme’: le classi Montessori, infatti, sono multi-età e i più grandi insegnano ai più piccoli, consolidando le proprie conoscenze mentre aiutano gli altri. È un modello straordinariamente moderno per l’impresa contemporanea: mentoring, peer learning, team cross-funzionali, comunità di pratica. Ogni persona è contemporaneamente apprendista e maestro.
Il framework Montessori per gestire le persone
Il parallelismo non è solo metaforico. Montessori offre una vera architettura di management centrata su fiducia, autonomia e apprendimento continuo. Un modello che possiamo chiamare ‘Montessori Leadership’ e che poggia su sei pilastri: autonomia come leva di responsabilità; ambiente chiaro e funzionale; tempo e concentrazione per il flow; manager come guida e osservatore; errore come occasione di miglioramento; apprendimento reciproco e comunità.
Forse la sfida più grande della leadership moderna non è imparare a ‘dirigere’ meglio, ma a educare l’ambiente e le persone a crescere insieme. Come diceva Maria Montessori: “La più grande testimonianza del successo di un insegnante è poter dire che i bambini stanno lavorando come se io non esistessi”. Lo stesso dovrebbe poter dire un grande leader.
Per approfondire: Ryan, R.M. e Deci, E.L. (2017), “Self-Determination Theory: Basic Psychological Needs” in Motivation, Development, and Wellness. Guilford Press; Gagné, M., et al. (2022), “Self-Determination Theory and the Future of Work”, Frontiers in Psychology; Edmondson, A. (1999), “Psychological Safety and Learning Behavior” in Work Teams, Administrative Science Quarterly; Bennetts, C. e Bone, J. (2020), “Montessori Literature Through the Lens of Leadership”; Fullagar, C. e Kelloway, E.K. (2023), “Flow at Work: Review and Meta-analysis”, Journal of Occupational Health Psychology; Marshall, C. (2017), “Montessori Education: A Review of the Evidence Base”, Science of Learning.
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