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mercoledì, 17 Settembre, 2025

Lavoro, com’è (ancora) attuale Marco Biagi

Sono passati 22 anni dal 19 marzo 2002, data dell’assassinio di Marco Biagi per mano delle nuove Brigate rosse. Dopo due decenni, riguardiamo al lavoro del Docente di Diritto del Lavoro come la prima, sostanziale opera di rinnovamento del mercato nuovo millennio, e ci rendiamo conto di come il tema della flessibilità, portato per la […]
19 Marzo 2024
Di: Redazione
19 Marzo 2024
Marco Biagi
Sono passati 22 anni dal 19 marzo 2002, data dell’assassinio di Marco Biagi per mano delle nuove Brigate rosse. Dopo due decenni, riguardiamo al lavoro del Docente di Diritto del Lavoro come la prima, sostanziale opera di rinnovamento del mercato nuovo millennio, e ci rendiamo conto di come il tema della flessibilità, portato per la prima volta alla ribalta da Biagi, sia oggi un vero e proprio mantra. Il lavoro per come lo conosciamo oggi, infatti, nasce nell’ottobre del 2001, mese di pubblicazione del Libro Bianco sul mercato del lavoro in Italia, il documento programmatico con cui il Governo Berlusconi II tentò il primo sostanziale rinnovamento della giurisdizione in materia dopo il Pacchetto Treu del 1997. Redatto principalmente del Sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi e da Marco Biagi, il Libro Bianco aveva l’obiettivo di modernizzare il lavoro, principalmente regolamentando una serie di nuove tipologie contrattuali per mettere in sicurezza e favorire l’occupabilità di tutti quei lavoratori che, fino a quel momento, erano coinvolti in attività o mestieri non disciplinati. I principi contenuti nel documento trovarono attuazione il 14 febbraio 2003 – meno di un anno dopo l’omicidio di Biagi – con la Legge delega 30, conosciuta proprio come legge Biagi. Oggi ci rendiamo conto della dirompenza di quella riforma, sia dal punto di vista culturale, sia da quello normativo. Attraverso l’istituzione di nuove forme contrattuali come quella del contratto a progetto (il ben noto Co.co.pro), della somministrazione di lavoro, del lavoro ripartito, intermittente o accessorio, Biagi mirava a smussare due delle principali criticità che, ancora oggi, contribuiscono agli svantaggi economici dell’economia italiana: la disoccupazione femminile e quella giovanile.  I nobili intenti del giuslavorista, probabilmente, finirono per scontarsi con il reale livello di maturità del mercato del lavoro, incapace di assorbire le novità apportate. Ciò nonostante, fino al 2007 si registrarono impatti positivi, in particolare la diminuzione della disoccupazione complessiva. A 22 anni dalla scomparsa di Biagi, forse, è ora di riprendere in mano i libri, o meglio, il suo Libro.
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