Che fine fanno candidati e recruiter che spariscono all’improvviso?
Al tempo delle relazioni nate sui social o su un’App di dating online, il termine era già noto ai più giovani. Ora è diventato una realtà anche nel mondo del lavoro, nei rapporti tra azienda e candidato. Il ghosting, ovvero la pratica di interrompere ogni contatto con l’altra persona senza un apparente motivo e soprattutto […]
Al tempo delle relazioni nate sui social o su un’App di dating online, il termine era già noto ai più giovani. Ora è diventato una realtà anche nel mondo del lavoro, nei rapporti tra azienda e candidato. Il ghosting, ovvero la pratica di interrompere ogni contatto con l’altra persona senza un apparente motivo e soprattutto senza alcun preavviso, ignorando ogni tentativo di comunicazione, è una tendenza sempre più comune durante i processi di assunzione. Messa in atto sia dalle imprese sia dagli aspiranti lavoratori.
Secondo una ricerca condotta da Indeed, motore di ricerca per annunci di lavoro, soltanto il 27% dei datori di lavoro dichiara di non aver mai fatto sparire le proprie tracce nei confronti di un candidato. “È diventata una pratica standard nei processi di selezione, anche se dà luogo a una pessima esperienza per il candidato e può compromettere il valore del brand per la compagnia”, è sottolineato nel report.
Tra i candidati per una posizione lavorativa, il 28% ammette di aver fatto ghosting nei confronti di un’azienda. Una pratica che ha visto crescere la sua popolarità, visto che il dato è in aumento rispetto al 18% registrato nel 2019. Nello stesso periodo, infatti, il 76% dei datori di lavoro ha visto farsi di nebbia i potenziali nuovi assunti e il 57% è convinto che la pratica di sparire all’improvviso stia diventando più comune che in passato.
A parti invertite, è quello che sostiene anche quasi la metà di chi è in cerca di lavoro. E il fenomeno si sarebbe intensificato dall’inizio della pandemia: il 77% di quanti stanno cercando un’occupazione racconta di aver perso le tracce di potenziali datori di lavoro a partire da marzo 2020. In un caso su 10 ciò è avvenuto anche dopo un accordo verbale di assunzione.
Fonte: HRDive
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