Skip to main content

giovedì, 13 Novembre, 2025

Intelligenza artificiale

Oracle AI Data Strategy, integrare l’intelligenza nei dati aziendali

Tra gli annunci sull’Intelligenza Artificiale (AI), Oracle sceglie una strada diversa: costruire un’infrastruttura in cui l’AI non sia un livello sovrapposto ai dati, ma parte integrante di essi. Con il lancio quasi simultaneo di tre nuovi elementi – Autonomous AI Lakehouse, AI Database 26ai e AI Data Platform – l’azienda delinea una strategia coerente: rendere […]
28 Ottobre 2025
Di: Redazione
28 Ottobre 2025

Tra gli annunci sull’Intelligenza Artificiale (AI), Oracle sceglie una strada diversa: costruire un’infrastruttura in cui l’AI non sia un livello sovrapposto ai dati, ma parte integrante di essi. Con il lancio quasi simultaneo di tre nuovi elementi – Autonomous AI Lakehouse, AI Database 26ai e AI Data Platform – l’azienda delinea una strategia coerente: rendere i dati pronti per l’AI e l’AI pronta per operare direttamente sui dati, senza barriere tecnologiche o passaggi intermedi.

Questa visione è stata al centro della conferenza stampa di Oracle, che ha visto gli interventi di Carlota Alvarez, VP e AD, Andrea Sinopoli, VP & Country Leader Cloud Tech/OCI, e Mario Nicosia, VP & Country Leader Technology Data Platform e Multicloud.

Oracle scommette su un approccio più infrastrutturale che algoritmico. Vuole offrire l’ambiente in cui tali modelli possano operare in modo affidabile e produttivo, connessi ai dati reali delle imprese. In questa prospettiva, l’AI non è più un livello aggiunto alle piattaforme, ma la spina dorsale stessa dei sistemi informativi. L’obiettivo è ambizioso: trasformare la gestione dei dati in un processo intelligente, autonomo e basato su standard, capace di convivere con ecosistemi cloud ibridi e multivendor.

La prima generazione di database AI native

Il primo pilastro di questa visione è Oracle Autonomous AI Lakehouse, una piattaforma che unisce la potenza dell’Autonomous AI Database con la flessibilità di un data lake aperto e interoperabile. Oracle propone un’architettura capace di gestire e analizzare dati distribuiti su ambienti cloud differenti. Il risultato è un sistema che si ottimizza da solo, riducendo la complessità operativa. Cuore della Lakehouse è l’Autonomous AI Database Catalog, un “catalogo dei cataloghi” che riunisce metadati e informazioni provenienti da più piattaforme e ambienti cloud, offrendo una visione unificata dei dati aziendali. A completare il quadro, il Data Lake Accelerator adatta dinamicamente la potenza di calcolo alle query, garantendo prestazioni elevate senza sprechi di risorse.

Il secondo tassello è Oracle AI Database 26ai, definito come la prima generazione di database AI-native. Non è solo un motore di archiviazione potenziato, ma un sistema in cui l’AI è parte integrante della gestione dei dati. Questo database utilizza l’AI per ottimizzare le proprie operazioni, supportare lo sviluppo applicativo e analizzare nativamente dati complessi, inclusi quelli vettoriali impiegati dai modelli generativi. La filosofia è chiara: spostare l’AI verso i dati, non i dati verso l’AI.

A chiudere la triade, la nuova Oracle AI Data Platform, una piattaforma unificata che connette i modelli di intelligenza artificiale generativa con i dati aziendali e le applicazioni operative. Il suo scopo è trasformare i dati grezzi in intelligenza attuabile, grazie a funzionalità di ingestione automatica, arricchimento semantico e indicizzazione vettoriale. Integrando servizi come Autonomous AI Database e OCI Generative AI, e sfruttando hardware accelerato per i carichi più intensivi, Oracle costruisce così una vera catena del valore dell’AI per i dati: dal lakehouse autonomo e aperto, al database AI-native, fino alla piattaforma che collega modelli, agenti e workflow aziendali, all’interno di un’infrastruttura enterprise scalabile, sicura e governata.

Gli agenti AI ridefiniscono l’operatività

Per portare l’AI dentro i processi aziendali reali, non come promessa futura ma come strumento operativo concreto, Oracle punta sugli agenti AI. Nasce così l’AI Agent Marketplace per le Oracle Fusion Cloud Applications: una piattaforma che permette alle aziende di individuare e integrare agenti AI già pronti e validati – sviluppati da Oracle o dai suoi partner – direttamente nel proprio ambiente cloud. Invece di progettare soluzioni su misura o ricorrere a consulenze esterne, le aziende possono scegliere, personalizzare e implementare agenti già disponibili. Il Marketplace è strettamente connesso all’AI Agent Studio for Fusion Applications, l’ambiente di sviluppo no-code che consente di progettare, testare e distribuire nuovi agenti in pochi passaggi, senza scrivere codice né gestire API complesse.

Non si tratta di plugin esterni, ma di elementi nativi dei sistemi Oracle, che si aggiornano automaticamente e agiscono nei flussi di lavoro quotidiani. L’obiettivo è rendere l’adozione dell’AI semplice e naturale, parte integrante della gestione finanziaria, delle risorse umane, della supply chain e della customer experience. Un agente contabile, ad esempio, può acquisire e riconciliare fatture, verificare la compliance normativa e proporre azioni correttive. Un agente di pianificazione può analizzare in tempo reale le variazioni dei dati finanziari e costruire previsioni aggiornate. Nel campo HR, gli agenti diventano assistenti digitali capaci di sintetizzare feedback e performance, suggerire percorsi di crescita e supportare la gestione quotidiana dei team.

giorgio armani
È morto oggi, a 91 anni, Giorgio Armani, figura di riferimento nel mondo dell’alta moda e padre dell’omonima maison, fondata esattamente 50…
Giuseppe_Turani
È stato Vicepresidente e Direttore Editoriale della casa editrice ESTE (l’editore anche del nostro quotidiano). E ora è stato inserito nel…
Este +
Oltre 60 anni di esperienza nella produzione di contenuti di cultura d’impresa al servizio di imprenditori e manager. Dalla fine degli Anni…
App ESTE
In pochi mesi dal lancio di aprile 2023, l’App ESTE ha già raggiunto numeri notevoli: 41mila schermate visualizzate, circa 700 download e 2mila…

46.000 persone

ricevono la Newsletter di Parole di Management