Nuova legge
Chi lavora partecipa
La partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese sarà finalmente incentivata e disciplinata per legge. Il Senato ha dato il via libera definitivo al disegno di legge che recepisce la proposta di iniziativa popolare promossa dalla Cisl, sostenuta da oltre 400mila firme raccolte per dare piena attuazione all’articolo 46 della Costituzione, che riconosce il diritto […]

La partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese sarà finalmente incentivata e disciplinata per legge. Il Senato ha dato il via libera definitivo al disegno di legge che recepisce la proposta di iniziativa popolare promossa dalla Cisl, sostenuta da oltre 400mila firme raccolte per dare piena attuazione all’articolo 46 della Costituzione, che riconosce il diritto dei lavoratori a contribuire alla gestione dell’impresa.
Un’accelerazione decisiva all’iter legislativo si è avuta dopo il sostegno espresso dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante l’assemblea nazionale della Cisl. In quell’occasione, la premier ha rivendicato lo stanziamento, inserito in manovra, di 72 milioni di euro per finanziare gli incentivi fiscali destinati ai dipendenti. Il testo, già discusso e approvato anche in Commissione Lavoro della Camera, è ora all’esame del Parlamento. Relatrice al Senato è la senatrice Paola Mancini di Fratelli d’Italia.
Nel dettaglio, il provvedimento interviene innanzitutto sulla partecipazione economica e finanziaria dei lavoratori, prevedendo – per i soli dipendenti del settore privato – una modifica transitoria al regime fiscale relativo all’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali sui premi di risultato e sulle forme di partecipazione agli utili d’impresa. A partire dal 2025, il limite massimo sul quale potrà essere applicata l’imposta sostitutiva sarà innalzato da 3mila a 5mila euro, a condizione che l’impresa distribuisca almeno il 10% degli utili complessivi ai propri lavoratori, secondo quanto stabilito da contratti collettivi, aziendali o territoriali. Potranno beneficiare dell’agevolazione solo i dipendenti con un reddito annuo da lavoro dipendente non superiore a 80mila euro nell’anno precedente a quello in cui percepiscono tali emolumenti. L’aliquota dell’imposta sostitutiva sarà pari al 5% fino al 2027, per poi salire al 10% a regime.
Le imprese potranno inoltre adottare piani di partecipazione finanziaria che prevedano l’attribuzione ai dipendenti di strumenti di capitale previsti dal Codice civile, come azioni o strumenti finanziari dedicati ai prestatori di lavoro. Nel 2025, i dividendi distribuiti ai lavoratori in sostituzione del premio di risultato, fino a un importo di 1.500 euro, saranno esenti da imposizione fiscale per il 50% del loro ammontare.
La partecipazione gestionale dei lavoratori
Per quanto riguarda la partecipazione gestionale, la nuova disciplina introduce due possibilità distinte. Le società per azioni organizzate secondo il modello dualistico, con un consiglio di gestione e un consiglio di sorveglianza, potranno prevedere – negli statuti societari e se previsto dai contratti collettivi – la presenza nel consiglio di sorveglianza di uno o più rappresentanti dei lavoratori dipendenti, scelti secondo procedure contrattuali e nel rispetto dei requisiti di professionalità e onorabilità. Nelle società non organizzate secondo il modello dualistico, sarà invece possibile prevedere, sempre in base ai contratti collettivi e agli statuti, la presenza di rappresentanti dei lavoratori nel consiglio di amministrazione e, se costituito, nel comitato interno di controllo sulla gestione. Sul fronte della partecipazione organizzativa, le aziende potranno istituire commissioni paritetiche incaricate di elaborare proposte per il miglioramento e l’innovazione dei prodotti, dei processi produttivi, dei servizi e dell’organizzazione del lavoro. I contratti collettivi aziendali potranno inoltre prevedere l’introduzione, nell’organigramma dell’impresa, di figure responsabili per la formazione, il welfare, le politiche retributive e la qualità degli ambienti di lavoro. Le imprese con meno di 35 dipendenti potranno promuovere forme di coinvolgimento dei lavoratori anche attraverso gli enti bilaterali. Infine, la partecipazione consultiva sarà garantita attraverso l’espressione di pareri e proposte sulle decisioni aziendali da parte di organismi come le commissioni paritetiche oppure – in assenza di tali rappresentanze – i rappresentanti territoriali dei lavoratori. Questi soggetti potranno essere preventivamente consultati sulle scelte strategiche dell’impresa. Con questa riforma, si compie un passo importante verso un modello di impresa partecipata, in cui il lavoro non è più solo esecuzione ma anche voce e progetto.Categoria: Risorse Umane, Welfare aziendale

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