Skip to main content

mercoledì, 17 Settembre, 2025

Se mi controlli allora non hai più fiducia

Con la rapida diffusione del lavoro agile – in particolare a seguito della pandemia – le soluzioni tecnologiche per il monitoraggio dei dipendenti stanno registrando una sempre maggiore applicazione. Secondo dati recenti diffusi da Gartner, questi software sono destinati a essere introdotti in azienda dal 70% dei datori di lavoro entro il 2023. Alle informazioni […]
14 Settembre 2022
Di: Monica Giambersio
14 Settembre 2022
Skill
Con la rapida diffusione del lavoro agile – in particolare a seguito della pandemia – le soluzioni tecnologiche per il monitoraggio dei dipendenti stanno registrando una sempre maggiore applicazione. Secondo dati recenti diffusi da Gartner, questi software sono destinati a essere introdotti in azienda dal 70% dei datori di lavoro entro il 2023. Alle informazioni elaborate dalla società di consulenza – come si legge in un articolo della testata online dedicata ai temi della gestione del personale Hrexecutive.com – si affianca il principio che l’eccessivo controllo potrebbe essere controproducente, in quanto andrebbe a minare il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e personale. Per esempio, avere dati sul numero di clic del mouse di un dipendente o sul tempo impiegato a rispondere alle email non sarebbe la strategia più adatta per ottenere migliori risultati dalle proprie persone, spesso sospettate di star adottando l’atteggiamento di quiet quitting, il fenomeno in base al quale il personale fa solo il minimo indispensabile per mantenere il posto di lavoro. La strada da percorrere sarebbe, invece, quella di una maggiore trasparenza, da parte dell’azienda, nel comunicare i risultati che ci si attende dalle singole persone e le modalità con cui è monitorato e valutato il lavoro svolto. Basti pensare che, secondo una survey realizzata sempre da Gartner nel 2021, il 40% dei lavoratori ha rivelato di non conoscere né il momento in cui i responsabili raccolgono i dati relativi alla produttività aziendale né come queste informazioni sono gestite.

Bisogna cercare un equilibrio per il controllo

In realtà la soluzione, come spesso accade, si trova nel mezzo. Se da un lato il monitoraggio non è ben visto da chi lavora da remoto, tuttavia permette alla Direzione del Personale di avere una visione più completa delle performance lavorative di tutti. Lato azienda, infatti, valutare le persone attraverso l’analisi di parametri condivisi consente di garantire che le performance rimangano nel range degli standard prefissati, ma anche di creare un terreno comune su cui porre le basi per uniformare il più possibile il lavoro in presenza e quello da remoto. Se monitorare i dipendenti comporta quindi dei vantaggi, non è detto, però, che l’analisi quantitativa delle performance sia il modo migliore per avere un’idea reale del contributo che ciascuna persona dà alla crescita aziendale. In questo senso è opportuno adottare un cambio di paradigma che non valuti esclusivamente la quantità di lavoro svolto, ma si soffermi più in generale sui risultati che sono raggiunti, a prescindere dal tempo trascorso davanti al computer.
giorgio armani
È morto oggi, a 91 anni, Giorgio Armani, figura di riferimento nel mondo dell’alta moda e padre dell’omonima maison, fondata esattamente 50…
Giuseppe_Turani
È stato Vicepresidente e Direttore Editoriale della casa editrice ESTE (l’editore anche del nostro quotidiano). E ora è stato inserito nel…
Este +
Oltre 60 anni di esperienza nella produzione di contenuti di cultura d’impresa al servizio di imprenditori e manager. Dalla fine degli Anni…
App ESTE
In pochi mesi dal lancio di aprile 2023, l’App ESTE ha già raggiunto numeri notevoli: 41mila schermate visualizzate, circa 700 download e 2mila…

Rimani aggiornato sul management che conta

Iscriviti alla newsletter di Parole di Management, il quindicinale con il meglio del pensiero manageriale per guidare il cambiamento in azienda