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mercoledì, 17 Settembre, 2025

Stipendi al palo

In Italia i salari non crescono. Ma questo non succede in tutto il mondo: per esempio nelle piccole imprese degli Stati Uniti continuano a incrementare. A certificarlo è un report realizzato dalla società americana di software per la gestione delle buste paga Paychex e dalla società di ricerca IHS Markit Small Business Employment Watch, che […]
6 Ottobre 2022
Di: Monica Giambersio
6 Ottobre 2022
salario
In Italia i salari non crescono. Ma questo non succede in tutto il mondo: per esempio nelle piccole imprese degli Stati Uniti continuano a incrementare. A certificarlo è un report realizzato dalla società americana di software per la gestione delle buste paga Paychex e dalla società di ricerca IHS Markit Small Business Employment Watch, che ha analizzato i dati sulle retribuzioni di circa 350mila aziende con meno di 50 dipendenti. Nello specifico ad agosto 2022 la crescita media dei compensi orari è stata pari al 5,18%, rispetto al 5,03% di luglio 2022. Ciò si è tradotto in un aumento di 1,51 dollari, all’ora (pari a 1,52 euro) negli ultimi 12 mesi. Entrando più in dettaglio è emerso, per esempio che la Florida è uno degli Stati che registra il valore più alto in termini di paga oraria con +6.45%. Mentre Dallas continua a guidare la lista delle grandi città con la maggior crescita dei compensi orari.  “La crescita dei salari tende a essere un segnale convincente dell’aumento dell’inflazione. Questo trend potrebbe dare una tregua alle famiglie che devono far fronte a spese crescenti”, ha spiegato Martin Mucci, CEO di Paychex, in un articolo pubblicato da HR Today.

Mancano le persone per svolgere tutti i lavori

Ma quali sono i fattori che concorrono a determinare questo scenario? Un elemento da considerare è il fatto che le aziende hanno difficoltà a reperire personale per coprire tutte le posizioni lavorative aperte. “I risultati che abbiamo raccolto ad agosto 2022 rivelano una continuazione della tendenza di luglio: la domanda di lavoratori nelle piccole imprese statunitensi è alta, mentre l’offerta è bassa, rendendo più difficile per le piccole imprese trovare candidati per molte posizioni aperte”, ha spiegato Mucci. Rimanendo in tema di salari, ma spostandoci in Italia, vediamo invece che dall’ultimo report dell’Ocse è emerso il rischio di un netto calo del “salario reale”, ovvero la quantità di beni e servizi che il lavoratore può acquistare sul mercato con il salario nominale percepito. Nello specifico, secondo lo studio, c’è da attendersi un calo del 3% a causa dell’inflazione, un dato più alto rispetto alla media registrata negli altri Paesi Ocse. Inoltre il report ha segnalato che, nel secondo trimestre del 2022, la crescita annua dei salari orari è stata solo dell’1%, mentre l’infrazione si è attestata al 6,9%, dato inferiore alla media Ocse, pari al 10%.
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