E adesso il gender gap ce lo spiega Ronaldo?
Poteva essere un fenomeno isolato, quello della dichiarazione di Cristiano Ronaldo che parlando di come la moglie, Georgina Rodríguez, si prende cura di lui, della famiglia e della casa, ha detto: “Gli uomini non possono occuparsene, onestamente”. Eppure l’uscita del campione portoghese – che ha scatenato ampie polemiche con accuse di maschilismo – nasconde un ritorno al passato che emerge da alcune rilevazioni sul lavoro femminile negli Usa.
A scriverne è stato l’Economist che nell’articolo dal titolo “Why are American women leaving the labour force?”, per analizzare il calo delle donne nel mondo del lavoro, ha parlato di cambiamento a livello sociale e culturale. Il settimanale britannico ha spiegato che per capire ciò che sta accadendo basta fare un giro su Tik Tok: sul social corre il fenomeno delle “Tradwives”, cioè mogli e madri perfette, che rimandano ai vecchi ruoli novecenteschi della donna.
Frena la crescita del tasso di occupazione femminile
Quanto sta accadendo in Usa è un’utile cartina di tornasole del fenomeno, visto che proprio Oltreoceano si erano toccate quote di occupazione femminile molto alte. E così, se ad agosto 2024 negli Usa era stato registrato un tasso di donne occupate pari al 57,7%, l’ultima rilevazione ha indicato che si è arrivati al 56,9%: l’equivalente di circa 600mila donne in meno nel mercato del lavoro.
Per capire meglio lo scenario è interessante osservare gli andamenti occupazionali delle donne nelle epoche passate. Nel corso degli ultimi 80 anni, almeno da quando l’Ufficio americano di statistiche del lavoro (l’America’s bureau of labour statistics) ha cominciato a raccogliere dati suddivisi per genere, si è radicata una certezza: le donne hanno ridotto il gap rispetto agli uomini. Se nel 1948 solo il 32% delle statunitensi risultava occupata o in cerca di lavoro; nella stessa condizione si trovava più del doppio – l’87% – dei colleghi maschi.
Alla fine degli Anni 90 le percentuali erano così diventate: 60% delle donne nella forza lavoro, contro il 75% degli uomini. Il gap ha proseguito la sua discesa nel corso degli anni 2000 e nel decennio successivo, finché non è arrivato il Covid 19, con la conseguente contrazione del numero di occupati. Tuttavia, al principio del 2025, il gap di genere si era ridotto di nuovo fino ad appena 10 punti, il più basso mai registrato. Come mai allora la tendenza si è invertita? Quale potrebbe essere il motivo di una tale inversione di tendenza?
Le donne con figli escono dal lavoro
La risposta più ovvia è quella di un cambiamento nella natura dell’economia nordamericana. Ma non nel senso che le industrie in cui sono più presenti le donne siano in difficoltà. I dati infatti suggeriscono altro. I settori più colpiti dalla crisi economica risultano il Retail, la Manifattura e i Trasporti, dove la presenza tra uomini e donne è bilanciata e anzi, tende a concentrare più i primi. Al contrario i settori tipicamente femminili come l’educazione e la sanità stanno assumendo di più.
È per questo che l’Economist ha proposto il fenomeno delle “Tradwives”, non escludendo neppure che, di mezzo, possa esserci la necessità delle neomamme di lasciare il lavoro per i costi non proprio abbordabili della cura dei bambini. Quest’ultima ipotesi è suffragata dai numeri: secondo l’Istituto di statistica Usa (Census Bureau), la partecipazione al lavoro delle 25-54enni con figli sotto i cinque anni è calata rispetto al picco post pandemico. E qui c’è da sottolineare un altro trend: il calo non riguarda tutte.
C’erano 7,8 milioni di lavoratrici madri di bambini Under 2 fino a due anni fa, cifra che ora è salita a 7,9; la contrazione sembra riguardare di più le giovani, specie chi ha rimandato il matrimonio nel corso della pandemia. Non a caso per le nozze c’è stato un vero e proprio boom nel 2022. Tutto sembrerebbe insomma appuntare in una direzione: negli Usa c’è una sorta di piccolo baby boom post pandemico. Il che spiegherebbe la fuoriuscita dal lavoro di molte donne.
C’è un altro punto. Ed è lo Smart working. Adesso che il lavoro in presenza è tornato a essere richiesto, le giovani che hanno imparato a lavorare da remoto, conciliando l’attività professionale con la cura dei piccoli e della casa, saranno disposte a rientrare in ufficio, e quindi nella forza lavoro? Speriamo che non ci si debba affidare a Ronaldo per avere la risposta…
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