Skip to main content

mercoledì, 17 Settembre, 2025

Coronavirus: intercettare i casi, non diffondere allarmi

Per far fronte al coronavirus, il Ministero della Salute, d’intesa con il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ha diramato un’ordinanza che dispone la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale ludico, sportivo e religioso, svolti in […]
24 Febbraio 2020
Di: Chiara Lupi
24 Febbraio 2020
coronavirus
Per far fronte al coronavirus, il Ministero della Salute, d’intesa con il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ha diramato un’ordinanza che dispone la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale ludico, sportivo e religioso, svolti in luoghi chiusi e aperti al pubblico, oltre alla chiusura delle scuole e altre misure restrittive. Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha già calcolato l’impatto del coronavirus sul Pil: 0,2%. Il virus sta scatenando una psicosi collettiva e l’incubo pandemia dilaga. Poiché siamo italiani, tutti allenatori, tutti economisti, tutti professori e ora abbiamo anche con grande tempestività vestito i panni di virologi. Tutti sembrano aver chiare le motivazioni che inducono a quarantene forzate, ma, poiché non ci fidiamo, abbiamo interpellato chi ci può dare un parere scientifico e una lettura del fenomeno suffragata dai dati. Abbiamo chiesto a Matteo Bassetti, virologo e Direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e Presidente della SITA, Società Italiana di Terapie Anti-Infettive, se a suo parere queste contromisure sono sensate. E la sensazione, da quanto dice il professore, è che si stia enfatizzando il problema. Oggi stiamo mettendo in pratica misure prese dal Governo che, in questo momento, appaiono forse troppo allarmistiche, è il pensiero di Bassetti. Pensiamo alle scuole: la categoria che questa malattia risparmia di più sono proprio i bambini. Abbiamo visto come in Cina chi ha meno di nove anni quasi non è stato colpito: i casi rasentano lo zero e se si chiudono le scuole non si limita la disseminazione del virus, già poco circolante in quell’ambiente. L’impressione che si dà alla gente è sbagliata: oggi la sensazione è di essere di fronte a un’epidemia, il che giustificherebbe misure così drastiche.
matteo_bassetti_coronavirus
Matteo Bassetti, virologo e Direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova
DOMANDA: E non è così? RISPOSTA: A me sembra tutto esageratamente allarmistico. In Germania e in Francia non hanno tamponato tutti a tappeto come abbiamo fatto noi. Se lo avessero fatto, probabilmente avrebbero avuto anche loro un mini outbreak del fenomeno: è evidente che anche lì i pazienti, prima di arrivare in ospedale, hanno condotto una vita normale. Per questo la mia sensazione è che siamo di fronte a una iper-reazione. D: Probabilmente la chiusura dei voli dalla Cina è stata una misura inutile e ora si cerca di monitorare la situazione misurando la temperatura negli aeroporti. È sensato? R: Proprio stamattina all’aeroporto di Roma mi hanno misurato la temperatura corporea e vorrei capire a cosa serva. Si stanno spendendo quantità di denaro ingenti per misurare la temperatura corporea a tutti i passeggeri che arrivano in aeroporto e questa misura non serve a nulla: è dimostrato scientificamente che l’unica cosa che può servire è eventualmente misurare la temperatura a tappeto, non solo a chi arriva. Sono decisioni politiche e ho difficoltà a comprendere. D: E quali sarebbero gli interventi efficaci, secondo lei? R. L’intervento efficace è la quarantena – l’isolamento domiciliare, fiduciario o anche coatto – di tutti coloro che sono entrati in contatto con chi ha contratto il virus. Questi sì che andrebbero tutti isolati. Chiudere un Paese, una città o le scuole di una regione intera o di cinque regioni mi pare un atteggiamento più di pancia che di testa. Il problema è che nessuno si prende la responsabilità di non interrompere, per esempio, le attività didattiche. Siamo tutti infettivologi, questo il problema. D: Siamo di fronte a una leadership irresponsabile? R: È evidente che manca una leadership, ma non solo nazionale, manca anche una leadership locale. Oggi le Regioni hanno un potere assoluto per quanto attiene la sanità, che è una materia a totale decisione regionale, appannaggio dei governatori che possono disporre la sospensione di ogni attività. D: Perché sta accadendo tutto questo? R: Ci confrontiamo con un’infezione nuova, che nessuno conosce bene. Un’infezione che ha 45 giorni di vita, per cui nessuno si prende la responsabilità di rischiare. È importante, però, sottolineare che lo stesso atteggiamento non è stato tenuto nei confronti di problemi del passato. Nel 2009 il virus A/H1N1 (l’influenza suina) causò oltre 400mila decessi e quando arrivò in Italia ci furono molti morti, ma non furono prese misure contenitive di questo tipo. Allora l’influenza era nata in Messico e si è disseminata in tutto il resto del mondo con un tasso di letalità molto vicino a quello di questo coronavirus ma, in quella circostanza, lo Stato italiano non si è posto con il medesimo atteggiamento. In questo momento c’è un’attenzione mediatica spropositata. D: Ma si può circoscrivere il fenomeno? R: Oggi abbiamo nel mondo 80mila casi con 2.500 decessi su una popolazione mondiale di meno di 8 miliardi di abitanti (consulta la mappa del coronavirus). Se calcoliamo la mortalità globale del coronavirus, la percentuale è prossima allo zero, con molti zeri prima di arrivare all’1. Le vittime del virus dell’influenza sono molte di più. Non voglio assolutamente sottovalutare il fenomeno: ci sono pazienti in rianimazione, 16 in totale in Italia. Bisogna capire, gestire, nessun dubbio però che l’attenzione mediatica sul problema dovrebbe calare. È troppo alta in questo momento. E in queste condizioni anche i medici lavorano male se si diffonde una psicosi collettiva. D: La ricaduta sul Pil è già stata calcolata, dello 0,2%… R: Di tutto questo qualcuno dovrà rendere conto. Se tra tre settimane ci accorgeremo – come ci auguriamo – che i casi saranno contenuti, qualcuno potrà certamente dire che tutto questo è stato possibile grazie alle misure di contenimento. La mia sensazione è che il virus è ormai penetrato nel nostro Paese per cui, più che isolare aree intere, avrebbe più senso lavorare sull’intercettazione precoce dei casi. Ed è esattamente questo il lavoro dei medici.
giorgio armani
È morto oggi, a 91 anni, Giorgio Armani, figura di riferimento nel mondo dell’alta moda e padre dell’omonima maison, fondata esattamente 50…
Giuseppe_Turani
È stato Vicepresidente e Direttore Editoriale della casa editrice ESTE (l’editore anche del nostro quotidiano). E ora è stato inserito nel…
Este +
Oltre 60 anni di esperienza nella produzione di contenuti di cultura d’impresa al servizio di imprenditori e manager. Dalla fine degli Anni…
App ESTE
In pochi mesi dal lancio di aprile 2023, l’App ESTE ha già raggiunto numeri notevoli: 41mila schermate visualizzate, circa 700 download e 2mila…

Rimani aggiornato sul management che conta

Iscriviti alla newsletter di Parole di Management, il quindicinale con il meglio del pensiero manageriale per guidare il cambiamento in azienda