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mercoledì, 17 Settembre, 2025

Le conseguenze economiche della paralisi-coronavirus

L’Italia, che sembra essere paralizzata dalla paura-coronavirus, deve pensare alle conseguenze economiche di questo atteggiamento remissivo, rialzando la testa il prima possibile per non rischiare una catastrofe. È questo, in sintesi, il pensiero del presidente di Assolombarda Carlo Bonomi, alla luce dell’attuale momento di stallo che sta penalizzando il business delle imprese italiane. “Siamo in […]
27 Febbraio 2020
Di: Gabriele Perrone
27 Febbraio 2020
L’Italia, che sembra essere paralizzata dalla paura-coronavirus, deve pensare alle conseguenze economiche di questo atteggiamento remissivo, rialzando la testa il prima possibile per non rischiare una catastrofe. È questo, in sintesi, il pensiero del presidente di Assolombarda Carlo Bonomi, alla luce dell’attuale momento di stallo che sta penalizzando il business delle imprese italiane. “Siamo in piena emergenza economica”, ha affermato Bonomi. “Ogni giorno che restiamo fermi diamo un colpo al cuore dell’economia italiana, cioè al nostro futuro”. Secondo il presidente di Assolombarda, è necessario “contenere i toni di allarmismo” e bisogna piuttosto prepararsi a “lavorare duramente per recuperare la nostra credibilità internazionale”. In particolare, fermare una regione come la Lombardia “significa frenare oltre un quinto del Pil italiano e dare un duro colpo a tutta la filiera dell’industria, che rischia di impiegare mesi a recuperare lo svantaggio economico con il resto del mondo”. Dai fermi della produzione nelle imprese manifatturiere del Nord al crollo delle prenotazioni per Pasqua, fino ai rischi per l’export agroalimentare, l’allarme coronavirus sta danneggiando tanti settori strategici dell’economia italiana come Turismo, Moda, Food e Industria. Confcommercio stima una perdita di 5-7 miliardi di euro nel caso in cui questa paralisi dovesse durare fino a maggio, mentre il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha previsto una riduzione del Pil dello 0,2% nell’arco di un anno. L‘agenzia di rating Moody’s ha affermato che l’epidemia di coronavirus peserà sul nostro Pil aumentando il rischio che l’Italia scivoli in recessione.

Rischio recessione e danno reputazionale

Oltre al danno economico, va considerato il danno reputazionale per il Made in Italy. Non aiuta, in questo senso, il fatto che i giornali stranieri continuino a evidenziare la situazione di allarme italiana che può penalizzare il nostro turismo. Bonomi non è il solo a chiedere che l’Italia riparta il prima possibile. Tutto il mondo imprenditoriale sottolinea come l’allarme iniziale sia stato ridimensionato dai fatti e ora l’obiettivo debba essere quello di evitare una crisi economica dagli effetti devastanti. Per esempio, Gianfranco Zoppas, imprenditore veneto alla guida dell’omonimo gruppo, sostiene che da parte del Governo siano state decise “ordinanze draconiane” e ora si rischia di “distruggere l’economia nazionale”. Nerio Alessandri, CEO e Founder di Technogym, ha scritto su LinkedIn che “la psicosi mediatica e sociale che si sta generando è sproporzionata e ingiustificata” e rischia di portare “irreparabili danni economici e sociali”. Diversi player della ristorazione hanno deciso di tenere aperti i loro locali a Milano per scongiurare eccessivi allarmismi anche a livello di immagine. Mentre molte manifestazioni sono state rinviate, come il Salone del Mobile a Milano, il Cda di Veronafiere ha invece voluto dare un segnale positivo confermando le date di Vinitaly (19-22 aprile 2020). In conclusione, citando ancora le parole di Bonomi, “occorrono immediati interventi normativi che introducano misure di sostegno alle imprese sia di natura finanziaria, sia di sostegno al lavoro e sia di politica estera”.  
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