Metodologia, strumenti e coinvolgimento: così si gestisce il Change management
Quanto è cambiato il mondo negli ultimi 10 anni? La risposta è complessa, perché le dinamiche di appena un decennio hanno lasciato spazio a uno scenario nel quale domina l’incertezza. Lo sanno bene le aziende, che in questo arco di tempo hanno visto le loro priorità e le loro esigenze evolvere in modo inaspettato, soprattutto […]

Quanto è cambiato il mondo negli ultimi 10 anni? La risposta è complessa, perché le dinamiche di appena un decennio hanno lasciato spazio a uno scenario nel quale domina l’incertezza. Lo sanno bene le aziende, che in questo arco di tempo hanno visto le loro priorità e le loro esigenze evolvere in modo inaspettato, soprattutto a causa dei ‘cigni neri’ che hanno scosso i mercati e le società globali. Ad analizzare le variazioni del contesto in cui le imprese si trovano ad agire è stata, di recente, Assochange, associazione di riferimento per la diffusione della conoscenza sul Change management (con la casa editrice ESTE ha festeggiato nel 2021 i suoi 18 anni di attività pubblicando il libro Conversazioni sul Change management), che ha presentato i risultati dell’edizione del 2023 dell’Osservatorio sul Change management in Italia.
Lo studio, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, con il supporto logistico organizzativo della società di consulenza Pwc e la sponsorship di due importanti player del settore energetico, Anima e Saipem, ha coinvolto oltre 120 organizzazioni, sia nazionali sia internazionali, appartenenti a diversi mercati, dalla Manifattura ai Servizi, così come la Pubblica amministrazione e la Grande distribuzione organizzata.
I principali fattori di cambiamento segnalati dalle aziende coinvolte nella rilevazione sono numerosi, la maggior parte dei quali già al centro degli attuali progetti e delle strategie future delle organizzazioni. L’innovazione tecnologica e la digitalizzazione appaiono essere, a livello nazionale e internazionale, il principale agente di cambiamento, sottolineato come cruciale dal 71% del campione. Altrettanto importanti sono gli aspetti organizzativi e quelli legati alle competenze, come la diffusione di nuove modalità di lavoro (49%) e l’evoluzione delle skill (48%), così come il driver della sostenibilità, segnalato dal 46% delle aziende intervistate. A questi fattori, già emersi nelle passate edizioni dell’Osservatorio di Assochange, si è aggiunta l’Intelligenza Artificiale (AI), con il 43% del campione che ha già iniziato sperimentazioni concrete per introdurre questa tecnologia all’interno dei processi aziendali. Il grande sviluppo dell’AI è confermato anche dai numeri: secondo recenti studi, infatti, nel 2022 il mercato di riferimento è cresciuto del 32% solo in Italia.
Ciò che spicca in modo netto nello studio presentato è la variazione totale dai fattori critici rilevati rispetto alla prima indagine di Assochange che risale al 2014: ai tempi, le sfide principali erano identificate nell’ottimizzazione dei costi, nel rispetto degli adempimenti di legge, nell’internazionalizzazione e nell’evoluzione di prodotti e servizi. Oggi, non si può dire che questi aspetti siano scomparsi; piuttosto sembrano essere affiancati da spinte primarie, come quella alla digitalizzazione, che possono contribuire ad affrontare le stesse sfide segnalate già 10 anni fa.
Infine, l’Osservatorio di Assochange ha tracciato le pratiche applicate dai cosiddetti “top performer”, le aziende virtuose che hanno portato a termine con successo i progetti di Change management. La prima strategia segnalata consiste proprio nell’attivazione di adeguate metodologie e strumenti fin dalle prime fasi del progetto (86%); segue la predisposizione di adeguate attività di monitoraggio (71%); in ultimo c’è il coinvolgimento strutturato delle persone (67%). Sull’altro lato della medaglia, l’assenza di una comunicazione efficace e di una cultura azienda aperta e inclusiva sono gli elementi che più di frequente possono compromettere i progetti di cambiamento.
Categoria: Scenari macroeconomici

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