Le donne hanno bisogno dell’ufficio
Sono le più tentate dal lavoro da remoto perenne. Chiamate a barcamenarsi tra carichi domestici e cura dei figli, le donne sarebbero le più attratte dalla prospettiva di non ritornare in ufficio. Secondo una ricerca condotta dalla Stanford University, il 32% delle donne americane laureate con figli vorrebbe continuare a lavorare a tempo pieno e […]

Sono le più tentate dal lavoro da remoto perenne. Chiamate a barcamenarsi tra carichi domestici e cura dei figli, le donne sarebbero le più attratte dalla prospettiva di non ritornare in ufficio. Secondo una ricerca condotta dalla Stanford University, il 32% delle donne americane laureate con figli vorrebbe continuare a lavorare a tempo pieno e da remoto, contro il 23% degli uomini nelle stesse condizioni.
Una scelta comprensibile, se si pensa al carico aggiuntivo di lavoro che comporta il doversi spostare tutti i giorni e il venir meno della possibilità di ‘incastrare’ impegni familiari e di lavoro quando si opera da casa. Eppure, la volontà diffusa di rinunciare all’ufficio non è una buona notizia per la causa delle donne sul lavoro: uno studio pre-pandemia sul work-life balance suggerisce che le donne abbiano più probabilità degli uomini di subire il cosiddetto ‘stigma della flessibilità’.
Se durante le fasi più acute della pandemia, lavorare da casa è diventato comune, una volta riprese le attività d’ufficio, le diverse modalità di lavoro potrebbero finire per accrescere il divario di genere: minore familiarità con capi e responsabili, occasioni più rare di confronto, minori opportunità di instaurare relazioni interpersonali con i colleghi. Tornare in ufficio significa anche prendersi una pausa dal carico mentale e domestico e avere maggiori occasioni di soddisfazione personale e di crescita professionale. Se le donne rimangono a casa (a lavorare), corrono il rischio di rendere il famoso soffitto di cristallo ancora più spesso.
Fonte: The Economist

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