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mercoledì, 17 Settembre, 2025

Sicurezza e benessere sul lavoro

Nel corso del 2021, gli infortuni sul lavoro denunciati, come rilevato dai dati Inail, sono stati 555.236, in aumento dello 0,2% rispetto al 2020; di questi, 1.221 hanno avuto esito mortale. Sono incrementate – di quasi il 23% – anche le patologie di origine professionale: sono state refertate a 55.288 persone. E anche Papa Francesco, […]
13 Luglio 2022
Di: Francesca Albergo
13 Luglio 2022
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Nel corso del 2021, gli infortuni sul lavoro denunciati, come rilevato dai dati Inail, sono stati 555.236, in aumento dello 0,2% rispetto al 2020; di questi, 1.221 hanno avuto esito mortale. Sono incrementate – di quasi il 23% – anche le patologie di origine professionale: sono state refertate a 55.288 persone. E anche Papa Francesco, nell’omelia di Natale, ha dato voce a questo aspetto, inneggiando a “dare dignità all’uomo con il lavoro, ma anche dare dignità al lavoro dell’uomo; perché l’uomo è signore, e non schiavo, del lavoro”. Un tema attuale, sfociato anche, forse a seguito di questi numeri drammatici, nell’aggiornamento del D.lgs 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro) a gennaio 2022, che ha inasprito le sanzioni per le aziende che vìolano le regole di prevenzione degli incidenti sul lavoro e ha aumentato le responsabilità della figura preposta alla sicurezza. Le misure, quindi, sono volte a punire chi non rispetta la legge, mettendo in pericolo la popolazione aziendale, ma non arrivano al cuore del problema: non stimolano, né guidano, le imprese alla corretta gestione di salute e sicurezza dei lavoratori. Questo è il parere di Luigi Enrico Golzio, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso il Dipartimento di Economia Marco Biagi dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e di Claudio Baccarani, Professore Emerito di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università di Verona, che hanno avviato un gruppo di studio per sviluppare metodi utili a ridurre drasticamente i numeri delle morti e degli infortuni sul lavoro: non è possibile, per evitarli, limitarsi a osservare passivamente i dati relativi agli incidenti (pressoché costanti da quasi 15 anni) senza agire. Accanto alla teoria, la nostra rivista ha voluto riunire – nella Discussione dal titolo Benessere e sicurezza sul lavoro – gli esponenti di aziende di differenti settori, che si sono confrontati su questi temi, facendo emergere l’importanza di diffondere in azienda la consapevolezza che la sicurezza non è una questione da delegare a una singola figura nell’organizzazione, ma è un ‘affare di tutti’. Una consapevolezza che dovrebbe portare a quella che Baccarani definisce ‘impresa armonica’, ovvero un’azienda ideale che operi in accordo con tutti i soggetti con i quali interagisce, a partire dalle persone che vi lavorano: “È proprio dalla teorizzazione di questo modello che è nato un progetto con il Consorzio universitario di economia industriale e manageriale (Cueim) sulla ‘buona impresa’, all’interno del quale è assicurato un approfondimento sul tema del benessere e della sicurezza dei lavoratori”. La Discussione parte proprio dalla consapevolezza. In riferimento all’aggiornamento normativo, infatti, Golzio sottolinea i criteri impliciti della politica di prevenzione europea, fra i quali la responsabilità professionale dei dirigenti. Secondo il docente è utile indagare la loro consapevolezza e quanto siano attrezzati per assolverla in modo adeguato ed efficiente nella loro ordinaria attività lavorativa: “Si tratta di un obbligo non esplicitato nella normativa e ‘offuscato’ dal ruolo sempre più definito di datori di lavoro e Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp)”. [metaslider id=44660]
L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Marzo-Aprile 2022 di Sviluppo&Organizzazione. Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)
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