La crisi economica frena le Grandi dimissioni
Le persone che vogliono abbandonare la propria azienda per cercare un nuovo lavoro sono diventate più caute nel concretizzare realmente i loro propositi, rispetto al recente passato. Il motivo? L’incertezza economica. A certificarlo è il sondaggio realizzato dal sito per la ricerca del lavoro Joblist che ha coinvolto 19mila persone: la quota di chi cerca lavoro […]

Le persone che vogliono abbandonare la propria azienda per cercare un nuovo lavoro sono diventate più caute nel concretizzare realmente i loro propositi, rispetto al recente passato. Il motivo? L’incertezza economica. A certificarlo è il sondaggio realizzato dal sito per la ricerca del lavoro Joblist che ha coinvolto 19mila persone: la quota di chi cerca lavoro o pianifica un cambio di occupazione entro i prossimi sei mesi si è attestata al 36%, contro il 73% rilevato ad agosto 2021. Il 47% degli intervistati, invece, ha affermato di avere dei timori a dimettersi a causa dell’attuale situazione economica. Tuttavia, l’idea di fare un salto nel vuoto e tentare nuove strade non è ancora completamente stata abbandonata: almeno un quarto degli occupati in cerca di lavoro sta valutando di cambiare settore o comunque di sperimentare un secondo lavoro.
Tra i fattori che influiscono sul disagio delle persone sul posto di lavoro ci sono, secondo quasi il 50% degli intervistati nella survey, l’elevato stress: è una questione, quest’ultima, che ha assunto una grandissima importanza dopo la pandemia. Il Covid, come è ormai noto, ha infatti influito sulle priorità delle persone, che, quando possibile, vorrebbero riuscire ad avere un maggior equilibrio tra vita lavorativa e sfera personale.
Oltre alla volontà di allontanarsi da ambienti lavorativi tossici, un altro elemento che influirebbe sull’insoddisfazione delle persone in azienda è la retribuzione, che per molti resta una vera e propria nota dolente: il 53% degli intervistati ha affermato di non aver ricevuto un aumento nel corso dell’ultimo anno e solo il 28% ha dichiarato di aspettarsi di ricevere un aumento entro la fine del 2022. A ciò si aggiunge l’effetto dell’inflazione che ha costretto il 35% dei lavoratori a utilizzare maggiormente le carte di credito negli ultimi mesi per rinvisare spese che altrimenti non avrebbero potuto affrontare nell’immediato.

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