La pandemia peggiora il gender pay gap
Con la chiusura di negozi e strutture ricettive, la pandemia ha assestato un duro colpo al lavoro femminile andando a colpire soprattutto le lavoratrici più anziane e le madri part time. E ritardando ancora di più il cammino per superare il gender pay gap. Lo confermano i dati elaborati da Rest Less, compagnia inglese specializzata […]

Con la chiusura di negozi e strutture ricettive, la pandemia ha assestato un duro colpo al lavoro femminile andando a colpire soprattutto le lavoratrici più anziane e le madri part time. E ritardando ancora di più il cammino per superare il gender pay gap. Lo confermano i dati elaborati da Rest Less, compagnia inglese specializzata nella consulenza e nell’aiuto agli Over 50.
Nel RegnoUnito le donne con più di 50 anni sono, infatti, pagate quasi 8mila sterline l’anno (circa 8.800 euro) meno degli uomini. Il salario annuo medio delle ultra-cinquantenni che lavorano a tempo pieno è inferiore del 23% rispetto a quello dei colleghi maschi della stessa età. E il divario si aggrava man mano che prosegue la carriera.
Le 60enni inglesi guadagnano il 25% in meno dei coetanei uomini. Lo studio dimostra che nel 2020 le donne hanno portato a casa uno stipendio medio inferiore alle 28mila sterline (circa 31mila euro), contro le 34mila (oltre 37mila euro) guadagnate in media dagli uomini. Nel Regno Unito il gender pay gap si attesta, quindi, attorno a una media del 18%: se il divario resta basso a inizio carriera – dal 3% registrato tra i 18 e i 21 anni al 9% tra i 20 e i 29 anni – la curva comincia a salire raggiungendo la doppia cifra all’aumentare dell’età. Le 30enni guadagno il 12% in meno dei loro coetanei, le 40enni il 19% in meno. E si supera il 20% una volta oltrepassata la soglia dei 50.
“Le donne di 50 e 60 anni affrontano la doppia discriminazione dell’età e del genere”, ha spiegato al Guardian Stuart Lewis, Fondatore di Rest Less. “Mentre l’età per andare in pensione è stata portata a 66 anni per entrambi i sessi, decenni di gender pay gap e il conseguente divario nei risparmi personali fanno sì che, una volta raggiunta la pensione, le entrate di uomini e donne saranno ancora molto lontane dall’essere eguali”.
I progressi per ridurre il divario tra stipendi maschili e femminili, d’altronde, procedono con lentezza. Secondo un’altra ricerca, pubblicata il 20 novembre 2020 da Labour in occasione dell’Equal Pay Day, il giorno che segna il momento dell’anno in cui le donne smettono di guadagnare se confrontate con i loro colleghi, le trentenni di oggi non raggiungeranno mai una paga equa rispetto ai colleghi maschi in tutta la loro carriera. A meno che gli sforzi per ridurre questo gap non vengano intensificati.
Fonte: The Guardian

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